Cerca e trova immobili
GERMANIA

Se non sei vaccinato e finisci in quarantena, il datore non deve pagarti

In Germania sarà così dal 1 novembre, conferma il Governo. Il motivo è che «esiste un vaccino che funziona»
Keystone
Jens Spahn, ministro tedesco della Salute.
Se non sei vaccinato e finisci in quarantena, il datore non deve pagarti
In Germania sarà così dal 1 novembre, conferma il Governo. Il motivo è che «esiste un vaccino che funziona»
BERLINO - Se il dipendente non può andare a lavorare perché è in quarantena, in quanto non vaccinato, al datore è concessa la facoltà di non versargli lo stipendio. È questa la misura che entrerà in vi...

BERLINO - Se il dipendente non può andare a lavorare perché è in quarantena, in quanto non vaccinato, al datore è concessa la facoltà di non versargli lo stipendio. È questa la misura che entrerà in vigore a partire dal primo novembre in Germania. 

Lo ha deciso il governo tedesco, che lo ha comunicato oggi per bocca del ministero della Salute Jens Spahn. La motivazione, riporta lo Zeit, è da ricercare nel fatto che - a oggi - «esiste un vaccino per il coronavirus che funziona». Sono previste eccezioni, nei casi in cui una persona può dimostrare di essere parte dei soggetti per i quali non è raccomandato.

Al momento questa misura, particolarmente severa nel contesto dell'Unione Europea, è già in vigore in diversi Länder. È stata estesa in tutta la Germania «per evitare un'eccessiva disomogeneità e disparità di trattamento».

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE