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GRECIAÈ giallo sull'aereo cargo ucraino precipitato in Grecia

17.07.22 - 21:12
L'incidente avvenuto questa mattina vicino a Kavala ha provocato otto morti e ha lasciato diversi interrogativi aperti.
keystone-sda.ch / STR (Giannis Papanikos)
Fonte ats ans
È giallo sull'aereo cargo ucraino precipitato in Grecia
L'incidente avvenuto questa mattina vicino a Kavala ha provocato otto morti e ha lasciato diversi interrogativi aperti.
Alcune spiegazioni sia sul motivo del disastro aereo sia sulla destinazione delle armi incutono più di un dubbio. Ma la Serbia conferma: «Erano proiettili di mortaio destinati al Bangladesh».

ATENE - Un misterioso incidente aereo ha creato allarme in Grecia, facendo temere una fuga di materiale tossico. Un cargo ucraino partito dalla Serbia con 11 tonnellate di armi è precipitato vicino a Kavala, apparentemente per un problema al motore, provocando la morte di tutti gli otto membri dell'equipaggio. E diffondendo una sostanza bianca che ha provocato problemi respiratori ai primi soccorritori. I vigili del fuoco in seguito hanno spiegato di non aver trovato «materiali pericolosi», ma è rimasto il giallo sulle cause dell'incidente, e sono partite anche speculazioni sulla destinazione delle armi. I media locali hanno ipotizzato che fossero dirette in Ucraina, ma il governo a Belgrado ha assicurato: «Era una fornitura per il Bangladesh».

Il cargo, un Antonov 12 di proprietà della società ucraina Meridian LTD, decollato dal sud della Serbia, ha chiesto il permesso di effettuare un atterraggio di emergenza a Kavala, nel nord della Grecia, prima di schiantarsi a circa 40 km dall'aeroporto. Nessuno degli otto membri dell'equipaggio ucraino è sopravvissuto. Per il governo di Kiev i primi accertamenti portano a ipotizzare un «guasto a uno dei motori», ma i video condivisi sui social dai testimoni hanno mostrato le immagini dell'aereo in fiamme mentre era ancora in volo. «Abbiamo sentito un rumore assordante e abbiamo visto una palla di fuoco avvicinarsi al suolo. Poi c'è stata l'esplosione», è una delle testimonianze raccolte dai media greci dagli abitanti di villaggi della zona.

Dopo l'impatto è scattata l'allerta, perché il cargo trasportava un ingente carico di armi, tra cui proiettili di mortaio. L'emittente pubblica greca Ert ha parlato di un «carico pericoloso», riferendo di una coltre di fumo e di un calore intenso sul luogo dell'incidente, mentre i residenti della zona sono stati invitati a rimanere a casa e a indossare mascherine. I vigili del fuoco hanno faticato a spegnere l'incendio, perché ci sono state diverse esplosioni nel relitto anche dopo l'impatto. E quando si sono avvicinati ai resti dell'aereo, hanno avvertito bruciori a occhi e bocca, provocati da una sostanza bianca presente sul terreno, tanto da decidere di controllare la zona con un drone. Due di loro sono stati portati in ospedale per problemi respiratori. Sul posto sono accorsi anche esperti di armi biologiche e chimiche dell'esercito, che dopo l'ispezione hanno aperto passaggi sicuri per l'intervento delle squadre di soccorso. Ed è iniziato il recupero dei corpi delle vittime. In un briefing successivo, i pompieri hanno spiegato che «non sono stati trovati materiali pericolosi». Secondo fonti dell'esercito, la polvere bianca trovata sul terreno è un normale residuo delle armi.

Per fare luce sulle cause dell'incidente ci vorrà ancora tempo. Gli ordigni sono sparpagliati nel raggio di circa un chilometro e solo dopo averli messi tutti in sicurezza gli esperti della scientifica consentiranno l'accesso all'area agli investigatori dell'aviazione civile. A quel punto partiranno le ricerche della scatola nera del velivolo.

Quanto alla destinazione delle armi, il ministro della difesa serbo Nebojsa Stefanovic ha specificato che la consegna era stata concordata con il Bangladesh e il carico aveva tutte le autorizzazioni in regola con le normative internazionali. E soprattutto, ha bollato come «totalmente false» le ipotesi formulate da «alcuni media» che l'aereo fosse diretto in Ucraina, per rifornire le truppe impegnate nel conflitto. La Serbia, del resto, è una stretta alleata della Russia. Anche il governo di Dacca ha confermato di essere il destinatario di questa spedizione, parlando di «proiettili di mortaio da addestramento acquistati in Serbia per l'esercito e le guardie di frontiera».

Luca Mirone, ANSA

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