Vascello sudcoreano sequestrato, l'Iran risponde: «Seul tiene in ostaggio i nostri soldi»

La replica di Teheran alla contesta azione avvenuta nel Golfo e che ha interessato una petroliera
TEHERAN - L'Iran respinge le affermazioni secondo cui avrebbe preso in "ostaggio" il cargo sudcoreano Hankuk Chemi, sequestrato ieri dai Pasdaran nel Golfo Persico con l'accusa di "inquinamento petrolifero".
Lo ha dichiarato il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei, sostenendo che il mercantile era stato avvertito prima del blocco e che si tratta di un sequestro di natura "tecnica" ordinato dalla magistratura.
«Noi non prendiamo in ostaggio. Siamo abituati a queste accuse. Ma è il governo della Corea del Sud che ha preso in ostaggio oltre 7 miliardi di dollari nostri senza fondamento», ha aggiunto Rabiei, riferendosi alle somme congelate in banche del Paese asiatico per via delle sanzioni americane, ma negando ogni collegamento con il sequestro del cargo.
Secondo il portavoce iraniano, Seul ha rifiutato «anche di fornire beni non sottoposti a sanzioni» attraverso il denaro congelato.
La questione verrà discussa la prossima settimana in una visita già programmata nella Repubblica islamica del viceministro degli Esteri sudcoreano, Choi Jong-kun.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!