Per l'analista e vicedirettore del quotidiano catalano La Vanguardia Enric Juliana, ciò «rinforza il campo della protesta»
BARCELLONA - «La situazione creata in Catalogna è grave, molto grave!». È visibilmente irritato Enric Juliana, vice-direttore del quotidiano catalano La Vanguardia, uno degli analisti più attenti e rispettati della infinita crisi catalana.
«Nei centri del potere spagnoli si sottovaluta la profondità della protesta e del divario, che comporta gradi e sfumature molto diversi: lo sappiamo da tempo, ma vogliono ignorarlo».
Per Juliana il blitz di ieri «rinforza il campo della protesta, cui stanno aderendo ora in forma definitiva molti non indipendentisti», «un fiume che si allarga sempre di più e può straripare».
Secondo l'analista catalano, «un atto di affermazione dell'autorità dello Stato senza offerta politica come alternativa, che punta all'umiliazione delle istituzioni catalane, può avere conseguenze catastrofiche per lo Stato spagnolo a medio termine».
In altre parole, avverte Juliana, «si sta aprendo il ciclo storico della separazione della Catalogna dalla Spagna, con l'insensato applauso degli opinionisti di Madrid».
A Barcellona si percepisce la stampa madrilena schierata compatta e acritica su posizioni nazionalistiche e spesso anti-catalane con il governo del conservatore Mariano Rajoy. «Gli europei lo vedono, la corte madrilena - guidata dal Partito del Disprezzo, con politici, opinionisti, cospiratori di diverso rango - no».
Il rischio oggi, spiega l'analista, è la «autocontemplazione cronica delle elite madrilene, innamorate del loro potere relativo e poco abituate a capire la Spagna come una società complessa». Cioè «una vera società, non la somma di quaranta e rotti milioni di consumatori».
Per Juliana il premier Mariano Rajoy deve «diffidare dagli irresponsabili, che gli chiedono di umiliare le istituzioni catalane», perché il rischio è che Barcellona scelga «la tentazione dell'avventura».