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Zucchero: "Ringrazio i farmaci e la psichiatria"

Il cantautore rivela un passato di depressione, sconfitta grazie ad un aiuto professionale
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Zucchero: "Ringrazio i farmaci e la psichiatria"
Il cantautore rivela un passato di depressione, sconfitta grazie ad un aiuto professionale
MILANO - «Ho sofferto di depressione, una depressione profonda, quattro anni di disperazione. Se oggi amo di nuovo la vita è per merito della psichiatria e dei farmaci. Tra il 1989 e il 1993, nel periodo in cui ho scritto non a caso...

MILANO - «Ho sofferto di depressione, una depressione profonda, quattro anni di disperazione. Se oggi amo di nuovo la vita è per merito della psichiatria e dei farmaci. Tra il 1989 e il 1993, nel periodo in cui ho scritto non a caso l’album “Miserere”, ero messo piuttosto male». Così Zucchero ha rivelato su Ok Salute di aver lottato con i propri demoni interiori mentre attraversava una fase piuttosto delicata della sua vita privata.

«Mi ero separato, avevo problemi personali, mi sentivo senza riferimenti. Più l’umore andava giù e più mi isolavo. Sono andato a vivere in una casetta sul mare, non sapevo più con chi stare, non mi interessava più niente, addirittura non volevo più suonare. Alcuni amici, nonostante tutto, hanno cercato di starmi vicino, di sopportarmi. Io non volevo nemmeno uscire di casa e loro mi invogliavano: “Dai, andiamo a prendere un gelato, bisogna solo attraversare la strada”. Ma io niente. Avevo il terrore di uscire».

Ciò che gli fece intravedere la luce alla fine del tunnel fu, inizialmente, una lettura.

«Mi fece bene, in quei mesi, leggere un libro scritto dal professor Cassano. Io mi ci sono aggrappato, come uno che si àncora alla fede. Lo spiego con parole mie: “Non è che sei pazzo, è che ti manca una sostanza che non produci a sufficienza, quella dell’equilibrio umorale, la serotonina. Il tuo corpo non la secerne perché magari hai avuto un dispiacere, o per motivi fisiologici, e i farmaci servono per riequilibrare il tutto”. Io ci ho creduto e mi sono curato, altri non ci credono. Per me i farmaci sono stati provvidenziali per ristabilire gli equilibri chimici dentro il mio cervello. Avevo anche un problema in più: gli attacchi di panico. Sono terribili. Se uno non li ha mai provati è impossibile capirlo attraverso i racconti di un’altra persona».

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