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CANTONE“Che imbarazzo, più che una campagna elettorale… calciomercato e gossip”

15.04.15 - 20:32
Intervista a Massimiliano Ay, candidato al Consiglio di Stato per il Movimento per il Socialismo - Partito Comunista
“Che imbarazzo, più che una campagna elettorale… calciomercato e gossip”
Intervista a Massimiliano Ay, candidato al Consiglio di Stato per il Movimento per il Socialismo - Partito Comunista

LUGANO - Con Massimilano Ay entriamo negli ultimi giorni di campagna elettorale contrassegnata da dibattiti e incontri con gli elettori. Il segretario del Partito Comunista canditato al Consiglio di Stato per l’MPS-PC si esprime su diversi temi sottoposti a tutti coloro che ambiscono a uno scranno nel Governo cantonale.

Qual è il problema più urgente da risolvere in Ticino?

“L'economia ticinese soffre e le soluzioni proposte finora rischiano solo di peggiorare la situazione, ad esempio con il dumping salariale promosso dal Consiglio di Stato stesso con l'approvazione di Contratti Normali di Lavoro a 3'000 franchi, i quali contribuiscono a spingere al ribasso i salari. Oltre a minimi salariali (anche per gli apprendisti!) e ai diritti dei lavoratori, ritengo però che si debba anche fare un discorso di rilancio economico in generale e qui credo occorra investire nell'innovazione, nella ricerca e nella formazione per riconvertire l'economia su settori ad alto valore aggiunto, cioè su prodotti e servizi destandardizzati di punta e con una manodopera altamente qualificata. Solo così nel contesto del declino dell'UE, il nostro Paese potrà evitare la stessa fine, restare competitivo senza ridurre i diritti dei lavoratori e aprirsi alla cooperazione con le economie emergenti”.

Quanto la preoccupa la presenza della criminalità organizzata in Ticino e cosa fare per combatterla?

“Si tende a enfatizzare i problemi legati alla sicurezza, dipingendo quasi il Ticino come fosse il far west. In realtà accanto a una microcriminalità che resta comunque sotto controllo (anche se viene percepita come crescente a causa della precarietà e del disagio sociale), esiste un problema finora sottovalutato che è proprio quello della grande criminalità organizzata che non è solo d'importazione ma che si sviluppa grazie ad affaristi ticinesi e che si è stabilita nel nostro Cantone: parlo di infiltrazioni mafiose, di realtà atte al riciclaggio di denaro sporco, di organizzazioni per la tratta di esseri umani (magari dipinte ingenuamente come qualcosa di “umanitario”) e legate al narcotraffico. La primissima cosa da fare è realizzare un osservatorio di criminologia, una proposta che il governo ha rifiutato dimostrando poca lungimiranza: esso serve per capire come sta evolvendo la criminalità, per stabilire quali risorse sono a disposizione per contrastarla e impostare quindi un'adeguata strategia. Pensare di contrastare questo tipo di criminalità secondo la visione del governo e cioè di aumentare gli agenti è di un semplicismo disarmante e serve solo a illudere la popolazione!”

In Ticino ritiene necessaria una riforma fiscale?

“Si, concretamente il Partito Comunista propone la “Tassa dei Milionari”, cioè una legge patrimoniale che vada a prendere i soldi da quella netta minoranza di popolazione, parliamo di circa il 2% dei residenti, che ha accumulato fortune consistenti, speculando in borsa o semplicemente godendo degli sgravi fiscali degli ultimi decenni. E ciò mentre la collettività doveva tirar la cinghia a causa dei tagli e della crisi economica. La “Tassa dei Milionari” colpirebbe in modo progressivo i patrimoni superiori al milione di franchi, esentata la prima casa fino a un valore massimo di 750mila franchi e riempirebbe la casse pubbliche cantonali di 340 milioni di franchi. Lo spauracchio del “fuggi fuggi” generale di tali contribuenti viene smentito non solo dai paesi, come la Francia, che hanno applicato una tale imposta di solidarietà, ma anche dal buon senso: un multimilionario non lascia un Paese stabile, sicuro, ben messo a livello di servizi e infrastrutture solo perché gli si preleva l'1% sul proprio patrimonio. Per lui è un'inezia, per la collettività è un grande respiro di sollievo”.

Se fosse eletto in Consiglio di Stato quale dipartimento vorrebbe?

“Non avrei paura di affrontare le sfide del DFE: il Partito Comunista si sta molto concentrando sull'analisi economica e sullo sviluppo del mercato del lavoro del nostro Paese nell'ambito di un contesto di cooperazione con le economie emergenti. Ma ammetto che personalmente mi interesserebbe molto il DECS, perché è in ambito studentesco che ho mosso i primi passi in politica e conosco le problematiche relative alla selezione sociale nel sistema formativo e mi piacerebbe favorire forme di pedagogia partecipativa. Inoltre la Svizzera ha una sola risorsa, i propri cervelli: la scuola assume quindi un carattere strategico per la nostra società”.

Lei è favorevole al sistema maggioritario?

“Lo eviterei per il parlamento, in quanto il sistema proporzionale è intrinsecamente più democratico, poiché almeno teoricamente rappresenta equamente le varie sensibilità presenti nella società. Tuttavia sarei pronto a discutere del sistema maggioritario per l'elezione del governo, in quanto creerebbe un potenziale cortocircuito all'attuale sistema consociativo che sta alla base dell'immobilismo e del clientelismo che ferma il Ticino a nefaste dinamiche familiste del secolo scorso”.

Lei è favorevole alla liberalizzazione dell'apertura dei negozi su modello italiano?

“Non mi sembra che in Italia questo modello stia giovando all'economia. Sono quindi contrario: oltre a favorire una cultura consumistica e a rappresentare un problema sindacale per i salariati del ramo, una tale riforma sfavorirebbe i piccoli commerci”.

Qual è la cosa più imbarazzante / fastidiosa che è costretta a fare in campagna elettorale?

“Assistere a una campagna elettorale praticamente spoliticizzata, in cui prima si parlava solo del calciomercato dei candidati, poi si è passati a discutere di gossip discutendo solo sulla simpatia individuale dei candidati e non delle loro proposte e della loro competenza e infine si è pure arrivati a giocare al "calcetto umano". Un desolante siparietto di una casta politica autoreferenziale, interclassista, che ripete slogan e propone illusioni e si rende così sempre più distante dalla popolazione anche se fa finta di essere ...simpatica”. 

Perché dovremmo votare lei?

“Per permettere di mantenere l'unico seggio di opposizione a sinistra in Granconsiglio. Una presenza sì di opposizione ma anche propositiva, che ha dimostrato la sua utilità a favore dei salariati e della trasparenza”.

 

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