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FESTIVAL DI BERLINOToto-orso tra pedofilia, Chiesa e taxi

13.02.15 - 18:06
Sono quattro i film che potrebbero aspirare all'Orso d'oro o ai premi maggiori di questa 65esima edizione
Toto-orso tra pedofilia, Chiesa e taxi
Sono quattro i film che potrebbero aspirare all'Orso d'oro o ai premi maggiori di questa 65esima edizione

BERLINO - Oramai, a giochi fatti, con il Festival di Berlino si chiude domani, sono quattro i film che potrebbero aspirare all'Orso d'oro o ai premi maggiori di questa 65esima edizione. Ovvero, su tutti, lo scandalo pedofilia di THE CLUB, il film più cupo e scomodo del cileno Pablo Larraín; TAXI di Jafar Panahi, decamerone automobilistico sull'Iran contemporaneo, e EISENSTEIN IN GUANAJUATO, inedito e divertente Peter Greenaway che racconta la scoperta della sua omosessualità e, infine, 45 YEARS di Andrew Haigh, scene di un lungo matrimonio in crisi.

A questo poker si aggiungono la natura immensa di THE PEARL BUTTON di Patricio Guzmán, quella ancora più grande di IXCANUL di Jayro Bustamante e anche VERGINE GIURATA di Laura Bispuri, che ha colpito molto specie per l'interpretazione di Alba Rohrwacher.

Intanto THE CLUB. Impossibile pensare che Larraín non si porti a casa qualcosa. Parlare di pedofilia e Chiesa con tanta intelligenza, coraggio e crudezza non è facile. Mettere poi quattro sacerdoti in una casa su un mare grigio con fuori una vittima-demoniaca che racconta i loro abusi e urla le sevizie subite nei più intimi e anatomici particolari è una scena forte, indimenticabile. Messaggio del film: la Chiesa non punisce i preti pedofili. Li fa solo scomparire.

TAXI ha tante cose dalla sua per entrare nella rosa dei vincitori. Intanto la vera passione del Festival per questo regista perseguitato dal regime iraniano. E poi il film che, considerando il minimalismo della realizzazione (un taxi con telecamere e autista lo stesso Panahi), è del tutto riuscito raccontando, un po' in commedia, la gente di Teheran con solo sullo sfondo i limiti imposti dal governo.

EISENSTEIN IN GUANAJUATO di Greenaway è stato alla Berlinale una vera sorpresa. Ricostruzione del viaggio negli anni Trenta fatto in Messico dal cineasta russo per girare "Que viva Mexico!", un film che non ha mai visto la luce. Ma in Messico succede qualcosa di importante nella sua vita. Il regista ha la conferma della sua vera natura di omosessuale e perde la sua verginità. Al centro ci sono poi i temi di amore e morte, propri alla cultura messicana e vicini al regista inglese. Grande chanche di una vittoria del protagonista del film: Elmer Bäck.

45 YEARS di Haigh con Charlotte Rampling (da Orso) racconta il festeggiamento del 45° anniversario di matrimonio di una coppia inglese. Fervono i preparativi, ma tutto viene sconvolto dal ritrovamento, cinquant'anni dopo la scomparsa, del corpo perfettamente conservato in un ghiacciaio svizzero di un grande amore del marito. Da qui conversazioni a non finire sul cosa è una coppia di lunga durata e, ovviamente, sul significato dell'amore.

THE PEARL BUTTON di Guzmán, oltre ad essere un omaggio all'oceano, e soprattutto all'acqua, racconta dello sterminio delle popolazioni indigene in Patagonia e dei crimini della dittatura del generale Pinochet in Cile. Il titolo deriva dal fatto che nel 19esimo secolo, un indigeno fu convinto da un comandante inglese ad andare in Inghilterra con un bottone di madreperla e per questo fu chiamato Jimmy Button (bottone). Divenne un disadattato essendo trascinato "dall'età della pietra alla rivoluzione industriale". Salvador Allende, racconta il film, voleva ridare la libertà a questa gente ma con il colpo di Stato di Augusto Pinochet nel 1973 l'eccidio proseguì.

In IXCANUL di Jayro Bustamante ancora un vero trionfo della natura vera protagonista, anche più delle donne, di questa edizione della Berlinale. Maria, diciassettenne di origine Maya, vive in campagna, all'ombra di un incombente vulcano, lavorando in una piantagione di caffè. I genitori hanno organizzato per lei un matrimonio, ma la ragazza sogna di sposare il giovane Pepe. Ma questi la mette incinta e poi parte senza di lei. La madre cerca allora di procurarle un aborto ma il bambino resta attaccato alla vita. Maria sarà madre ma non per questo potrà essere felice.

ats ans

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