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CANTONE"Scuola che verrà": «Siamo fiduciosi sulla riuscita del referendum»

09.04.18 - 17:04
Il comitato referendario ha tempo fino al 30 aprile per raccogliere le 7’000 firme necessarie. Malgrado un po' di ritardo sulla tabella di marcia, regna l'ottimismo
Ti Press
"Scuola che verrà": «Siamo fiduciosi sulla riuscita del referendum»
Il comitato referendario ha tempo fino al 30 aprile per raccogliere le 7’000 firme necessarie. Malgrado un po' di ritardo sulla tabella di marcia, regna l'ottimismo

BELLINZONA - La raccolta delle firme per il referendum contro la sperimentazione “La scuola che verrà”, voluta dal Dipartimento di Manuele Bertoli e approvata dal Gran Consiglio, procede con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia, come ammette lo stesso comitato referendario con un comunicato stampa, il quale precisa però che a mettersi di mezzo è stato anche il cattivo tempo che ha reso poco proficuo il primo sabato di bancarelle. In seguito ci sono state le festività di Pasqua durante le quali, per esempio a Lugano, non è stato possibile allestire il punto di raccolta in Piazza Dante.

Ciò nonostante, continua il comitato, «siamo oltre metà strada e la buona rispondenza della gente all’appello affinché su un tema di tale importanza si debba esprimere la popolazione, fa ben sperare per la riuscita del non facile compito. Se perderemo questa possibilità, quella di Bertoli non sarà più una sperimentazione, bensì già sin d’ora la soluzione spacciata per ottimale al termine della quale l’adozione in toto del progetto sarà una pura formalità».

Cambiare le regole del gioco - Il Comitato punta poi il dito contro “le regole del gioco”, troppo esigenti rispetto al resto della Svizzera: «Al di là dell’esito, non si può non pensare con rammarico alle regole del referendum in vigore in Ticino, che sono fra le più esigenti di tutta la Svizzera: 7'000 firme da raccogliere entro 45 giorni su una popolazione con diritto di voto di circa 221'270, fa una percentuale del 3,16%. A titolo di paragone, il canton Zurigo, con 930'000 iscritti in catalogo, chiede 3'000 firme da raccogliere in 60 giorni (0,32%), mentre a livello federale, se ne chiedono 50'000 per un totale di circa 5,4 milioni di aventi diritto di voto (0,92%)».

«Se si pensa poi che, con l’introduzione del voto per corrispondenza, anche le bancarelle poste ai seggi hanno perso molto della loro efficacia, c’è veramente da chiedersi quando il nostro cantone si adopererà alla stregua degli altri per facilitare, invece di ostacolare, l’esercizio dei diritti politici dei nostri cittadini, in particolare quello della democrazia diretta che tutti gli altri paesi ci invidiano», conclude con piglio polemico il comunicato.

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