Lunga lista di nomi per far sì che i cittadini possano votare sulle spese cantonali
BELLINZONA - «Basta tasse e basta spese, freniamo la spesa del Cantone». È questa, in buona sintesi, l'intenzione dietro al lancio dell’Iniziativa popolare costituzionale per l’introduzione del principio del Referendum finanziario obbligatorio nella Costituzione cantonale.
Il Comitato promotore, che conta una lunghissima lista di nomi*, vuole in sostanza che i cittadini possano votare su certe spese cantonali.
L'iniziativa trova la sua motivazione nei conti del Cantone. Il Piano Finanziario presentato negli scorsi giorni ha infatti mostrato come, senza interventi, entro il 2019 il debito pubblico sarà di 2,4 miliardi (2'400 milioni), mentre la somma dei buchi annuali attorno ai 600 milioni.
«Debito spaventoso» - «Cifre spaventevoli - sottolinea il Comitato promotore - se si pensa che mai prima nella storia del Cantone, si farebbero debiti per 1'000 milioni in solo 8 anni (2010 – 2018)».
Ticino «tra i peggiori» - I dati del 2013 pongono infatti il Ticino al terzo posto per indebitamento procapite. «Peggio di noi solo Ginevra e Basilea città», spiegano Sergio Morisoli e gli altri sostenitori.
Stando ai dati forniti dal Comitato promotore, dal 2001 al 2019, su 19 esercizi contabili, i conti avranno chiuso 15 volte con dei deficit e solo 4 volte con degli avanzi d’esercizio. Il totale dei deficit cumulati su questo periodo è di 1'375 milioni di franchi, quello degli avanzi di 123 milioni. «Dimostrazione che i rari pareggi non bastano a risanare le finanze e soprattutto non reggono nel tempo. Il Governo cerca di correggere questo disastro finanziario con un pacchetto di 185 mio con effetto pieno sul 2019. Un pacchetto che contiene molti più oneri e aggravi fiscali per i cittadini e le aziende, che risparmi sul fronte della spesa, e che anche se andasse in porto non inciderebbe sulla tendenza della crescita costante della spesa cantonale che dal 2001 al 2019 passerà da 2'279 milioni a 3’378 milioni all’anno, 1'099 milioni in più, cioè un aumento del 48.2% ! Provocando deficit enormi cumulati nonostante che il gettito fiscale e l’incasso di tasse siano cresciuti come non mai prima d’ora, e la pressione sarà ancora aumentata».
Lo scopo del Referendum - Da qui l'idea di disciplinare la spesa e il comportamento decisionale dei politici che producono la spesa. Lo scopo del Referendum è semplice: «Quando Governo e Parlamento approvano un compito o un investimento sopra una certa soglia “X” di costo, prima di poter spendere i soldi lo devono chiedere al Popolo», chiede l'iniziativa.
«Di fronte a certe spese elevate è bene che non siano decise solo da una cinquantina di politici: 5 Consiglieri di Stato e una maggioranza qualificata di 46 deputati in Gran Consiglio; ma che l’ultima parola sia data ai 200'000 cittadini che pagano».
La raccolta firme partirà in settembre.
*Morisoli Sergio, Siccardi Alberto, Agustoni Maurizio, Benicchio Valentino, Bignasca Antonella, Bobbià Edo, Brivio Nicola, Bühler Alain, Canonica Iris, Caverzasio Daniele, Cedraschi Alessandro, Chiesa Marco, Danzi Carlo, Denti Franco, Filippini Lara, Foletti Michele, Frapolli Gianmaria, Galeazzi Tiziano, Gendotti Sabrina, Geninazzi Angelo, Ghiggia Battista, Giudici Andrea, Guerra Michele, Jelmini Giovanni, Käppeli Fabio, Marchesi Piero, Pamini Paolo, Passalia Marco, Pesciallo Stelio, Pinoja Gabriele, Quadri Lorenzo, Regazzi Fabio, Righinetti Tullio, Romano Marco, Sanvido Paolo, Taminelli Rocco.