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CANTONEOrari negozi, Unia attacca OCST: «Ora assumetevi le vostre responsabilità»

28.02.16 - 15:07
L'OCST alla Grande distribuzione: «Trattative, senza ostruzionismo ed egoismo consumistico»
Orari negozi, Unia attacca OCST: «Ora assumetevi le vostre responsabilità»
L'OCST alla Grande distribuzione: «Trattative, senza ostruzionismo ed egoismo consumistico»

LUGANO - Dai risultati che si stanno delineando emerge la volontà della maggioranza dei ticinesi di accettare la nuova Legge sugli orari di apertura dei negozi. Dopo una campagna elettorale segnata da una forte mobilitazione da parte della grande distribuzione che, in un periodo contraddistinto dal franco forte, soffre della concorrenza dei prezzi.

Da parte di Unia, sindacato che ha combattuto per il "No", giunge una nota in cui si evidenzia la delusione per un risultato che, tuttavia, non è così schiacciante come si sarebbe potuto prevedere. Infatti è di circa il 40% la percentuale dei ticinesi che ha risposto negativamente alla votazione cantonale sulla Legge sugli orari di apertura dei negozi. L'Unia chiede perciò al mondo politico di agire con prudenza, sia a livello cantonale sia a livello federale, sulla politica delle liberalizzazioni che, di fatto, secondo Unia, andrà a ripercuotersi negativamente sul personale di vendita.

Il sindacato Unia rimprovera l'Ocst che, «dovrà assumersi tutte le sue responsabilità davanti alle lavoratrici e ai lavoratori che in futuro dovranno fare i conti con giornate di lavoro ancora più pesanti e con un aumento del lavoro festivo e domenicale».

Unia si dice ora pronta e disponibile a discutere «di un Contratto collettivo di lavoro (Ccl) di obbligatorietà generale per l'intero settore, dichiarato durante la campagna referendaria sia dall'autorità cantonale sia dai vertici delle associazioni padronali, Unia rilancia l'invito alle parti a sedersi attorno a un tavolo per avviare immediatamente un confronto serio per giungere a un Ccl degno di questo nome. «Del resto, tenuto conto della situazione difficile in cui versa il settore (testimoniata dai numerosissimi casi di dumping) e della preoccupazione espressa oggi da 4 ticinesi su 10 per le condizioni di lavoro delle venditrici e dei venditori, sarebbe incomprensibile e inaccettabile lavorare a un Ccl che abbia come unico obiettivo quello di garantire una rapida entrata in vigore della legge senza dare risposte ai problemi e alle preoccupazioni del personale».

Da parte dell'OCST si evidenzia come il Popolo «abbia deciso in modo netto di seguire la linea tracciata dal Parlamento: un prolungamento degli orari di aperturo subordinato ad un Contratto Collettivo di Lavoro valido per tutto il settore».

Infatti, come ricorda il sindacato Cristiano-Sociale, «i nuovi orari di apertura dei negozi entreranno in vigore soltanto con la firma di un CCL». Ora non resta che attendere a quali risultati si giungerà. L'OCST invita la Federcommercio e la grande distribuzione (DISTI) «a sedersi al tavolo delle trattative, senza ostruzionismo ed egoismo consumistico, per concertare con i sindacati una soluzione contrattuale degna di questo nome».

«Il personale di vendita, i consumatori, il Parlamento e, non certamente da ultimo, il Popolo ticinese - conclude la nota dell'OCST - pretendono ora dai commercianti un comportamento responsabile, attivo e conseguente per non rendere inutile il voto di oggi. Il fallimento o la riuscita della soluzione legislativa adottata oggi è interamente nella mani dei commercianti: in assenza di un CCL, la Legge votata oggi non entrerà in vigore».

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COMMENTI
 

shooter01 8 anni fa su tio
Quando non si sa perdere.... c'è bisogno di aggiungere altro?

Güglielmo 8 anni fa su tio
Un si è un si PUNTO, che i sinistroidi dell'unia se ne facciano una ragione. D'altra parte è inutile reclamare che la gente va a Varese o a Como, aperti fino alle 2000 e alla domenica.

paola973 8 anni fa su tio
Risposta a Güglielmo
giustissimo !!!

Lore62 8 anni fa su tio
Risposta a Güglielmo
Guarda che non è per l'orario che qui l'economia locale sta morendo, sono i salari Lombardizzati che riducono il potere di acquisto accessibile solo per la Lombardia... Sono 10-15 anni che si vuole diminuire (se non azzerare) il costo del lavoro e relativo potere d'acquisto, e pretendono la ripresa economica, sono veramente dei maghi! Se ghè mia danee, a ghè mia danee....

Tato50 8 anni fa su tio
Risposta a Lore62
Forse in certi casi, ma vai a vedere il nuovo CCL di Lidl (lodato da UNIA), per citarne uno, e poi parte del tuo ragionamento capirai che è privo di fondamento almeno per quanto concerne questo settore. Poi su altri concordo con te !

spank77 8 anni fa su tio
E con i bar come la mettiamo ? Vogliamo fare lo stesso ragionamento ?
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