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Il viaggio della speranza di Emanuele, dal Ticino al confine con la Moldavia

CANTONEIl viaggio della speranza di Emanuele, dal Ticino al confine con la Moldavia

10.03.22 - 17:28
Accompagnato da un'amica, l'informatico 29enne è andato a recuperare due donne in fuga dalla guerra.
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Il viaggio della speranza di Emanuele, dal Ticino al confine con la Moldavia
Accompagnato da un'amica, l'informatico 29enne è andato a recuperare due donne in fuga dalla guerra.
Ad attenderle, un famiglia del Luganese. Il racconto: «È stato logorante, ma credo proprio che ne sia valsa la pena».

LUGANO - Quella che fino a poche settimane fa poteva essere realtà solo nel corso di una partita a Risiko, si è concretizzata in un conflitto difficile da spiegare e sicuramente ingiustificabile. Non solo l'Ucraina, ma anche la vicina Moldavia tremano di fronte alla violenta avanzata Russa e, a milioni, i cittadini stanno fuggendo dalle bombe e dal terrore.

Tra questi la famiglia (madre e figlia con un cane), che l'informatico ticinese Emanuele Goglio è andato personalmente a recuperare, a mettere in salvo. A separarli, migliaia di chilometri di strada. Una vera e propria avventura per il 29enne di Bellinzona. «Una follia, lo so. Ero in contatto con loro tramite Ticino Tour, avevano bisogno di essere portate via da Odessa», racconta.

Accompagnato dalla signora Beti Bullo, 42enne di Mendrisio di nazionalità macedone, Emanuele è salito a bordo della sua auto per affrontare questa avventura. Nella tarda serata del 2 marzo, i due sono partiti: direzione Iași, città universitaria della Romania orientale. «La Moldavia non è nell'UE. Abbiamo optato quindi per una città vicina al confine».

Entrano in Italia, passano dalla Slovenia e all'alba sono già in Ungheria. Davanti hanno ancora un migliaio di chilometri d'autostrada verso Budapest. Il viaggio scorre fino al confine con la Romania. «Qui ci toccano 3 ore di coda e 40 minuti per controllare due passaporti. Quando entriamo siamo stremati e cerchiamo un riparo». Lo trovano a Deva. «Tutto costa pochissimo. Mangiamo con 10 franchi, dormiamo 8 ore e siamo nuovamente in viaggio».

Iași è sempre più vicina. I due attraversano la Transilvania, affrontano un paio di passi di montagne, la neve e alla fine arrivano al punto designato. Qui, ad attenderli, Maria con la figlia e il loro cagnolino. «Siamo ripartiti in tutta fretta. Nella notte Putin aveva bombardato una centrale nucleare ucraina e Lukashenko aveva definito la Moldavia un potenziale obbiettivo... Insomma, eravamo in preda all'ansia».

Il ritorno procede pressoché allo stesso modo dell'andata. Compresa la coda per entrare in Romania. «Ci fermiamo a mangiare al McDonald's in Italia e non accettano il Green Pass delle nostre passeggere. Risultava scaduto». A parte questo tutto bene. Il rientro a casa avviene sabato pomeriggio. Quasi tre giorni di viaggio di cui uno e mezzo in auto.

Maria e la figlia sono ora presso una famiglia luganese. Emanuele è felice: «È stato logorante, ma credo proprio che ne sia valsa la pena».

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