«Sarà un Natale con strutture aperte e poca gente»

La stretta decisa da Berna spiazza i vaccinati da oltre 4 mesi e gli impianti si svuotano
BELLINZONA/LUGANO - La buona notizia è che la gente capisce e non polemizza di fronte al divieto d’entrata in acqua opposto agli sprovvisti del certificato Covid rafforzato. Da ieri per accedere alle piscine occorre infatti essere guariti o vaccinati da meno di 4 mesi. Oppure tamponati ad hoc. L’effetto 2G+ ha di fatto svuotato gli impianti sportivi, come ci confermano da Bellinzona e Lugano.
Nessuno ha polemizzato - «La frequentazione è diminuita - afferma Luca Veri, responsabile gestionale del Centro sportivo della capitale -. Siamo rimasti però favorevolmente impressionati dal fatto che quelle 6-7 persone che abbiamo dovuto rimandare a casa, perché non in regola, hanno capito. Nessun battibecco ed è un fatto positivo soprattutto per chi lavora alle casse». In acqua ieri è entrato soprattutto a chi ha fatto il richiamo in queste settimane. Alla piscina coperta spiccava la decina di soci della Lega contro il reumatismo. È la terza età boosterata. «Finora non abbiamo visto nessuno che ha fatto il tampone espressamente per venire a nuotare» dice Veri.
Calma in acqua e sul ghiaccio - Erano quattro gatti ieri anche al Pallone di Lugano. L’impianto coperto solitamente nella pausa di mezzogiorno accoglie trenta-quaranta persone. Lunedì si contavano su una mano. Un vuoto atteso, dice Roberto Mazza, direttore del Dicastero Sport della Città: «La notizia di venerdì ha messo in fuorigioco anche chi si era vaccinato. Ci aspettavamo i numeri bassi e penso che andremo incontro ad alcune settimane di frequentazione ridotta. Sarà un Natale a basso ritmo con strutture aperte e poca gente». Anche a Lugano nuotatori che hanno fatto espressamente il tampone non se ne sono visti. La gelata del 2G+ non si limiterà verosimilmente alle piscine: «Sotto le feste sarà interessante vedere quanti andranno a pattinare. Ci troveremo probabilmente anche con la Reseghina ad entrate ridotte».




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