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Covid-19, un esercito di 3.000 coraggiosi: è il personale delle imprese di pulizia

CANTONECovid-19, un esercito di 3.000 coraggiosi: è il personale delle imprese di pulizia

15.04.20 - 07:00
Paolo Thoma, presidente dell'associazione di categoria, elogia i lavoratori. Confrontati anche con emozioni forti.
Foto AIPCT
Covid-19, un esercito di 3.000 coraggiosi: è il personale delle imprese di pulizia
Paolo Thoma, presidente dell'associazione di categoria, elogia i lavoratori. Confrontati anche con emozioni forti.
Il segretario Pierfranco Gabella: «Importante conoscere sia i prodotti, sia i modi per tutelarsi. Si punta tanto sulla formazione online, diretta e immediata».

LUGANO - Una carica di 3.000 coraggiosi che ogni giorno sfidano il Covid-19 in silenzio. Sono i dipendenti delle 218 imprese di pulizia sparse per il Ticino. Persone che operano nell'ombra. E che hanno messo da parte la paura, per compiere il loro dovere. «In questo preciso periodo storico – evidenzia Paolo Thoma, presidente dell’Associazione Ticinese Imprese di Pulizia – il tema dell’igiene è cruciale. Capita di dovere disinfettare un determinato ambiente, ad esempio una banca o un negozio, dove ci sono molti passaggi di persone, anche ogni due ore».

Come tutelarsi al fronte – Fondamentale in questo contesto, un’adeguata formazione del personale. «Che deve conoscere sia la chimica dei prodotti, sia i mezzi per proteggersi – spiega Pierfranco Gabella, segretario dell’associazione. Molte imprese hanno creato delle pagine online che illustrano in maniera dettagliata come i collaboratori devono tutelarsi. Si tratta di disposizioni consultabili anche via smartphone. Tutte le novità vengono comunicate così. Siamo di fronte a una sorta di formazione continua, diretta e immediata che deve tenere in considerazione l’evoluzione veloce delle situazioni e le difficoltà a raggiungere personalmente tutti gli attori in campo».    

All'inizio c'era il terrore – E pensare che quando è esplosa la bomba del nuovo coronavirus, diversi collaboratori delle varie imprese di pulizia ticinesi hanno chiesto di potere stare a casa. «C’era paura, inutile nasconderlo – sottolinea Thoma – e la paura è dettata anche dalla scarsa conoscenza della realtà che si ha di fronte. Abbiamo preparato dei tutorial, cercando di tranquillizzare il personale, attraverso esempi concreti e dando loro supporto tecnico e di protezione individuale. Purtroppo alcuni datori di lavoro hanno tardato nel rivelarsi sensibili al problema. Forse questo ha un po’ complicato le cose inizialmente».

Misure all'avanguardia – «A nostra conoscenza, finora nessun dipendente di un’impresa di pulizia ticinese è stato contagiato – aggiunge Gabella –. Significa che le misure messe in atto sono valide e rispettose del lavoratore. Il dipendente solitamente è dotato di mascherina, guanti e maglietta a manica lunga. Quando si va a sanificare ambienti particolari, tuttavia, si utilizza abbigliamento protettivo, tute usa e getta, maschere speciali e quanto di meglio la tecnologia mette a disposizione per la protezione delle persone».

Sul luogo di un decesso – In alcune circostanze occorre addirittura ricorrere alla protezione integrale dell’addetto alla pulizia. «Accade – puntualizza Thoma – nei luoghi in cui c’è stato un caso concreto di contaminazione. O addirittura un decesso dovuto al coronavirus. Si tratta di situazioni da gestire anche dal profilo emotivo. Ogni intervento è ponderato. Bisogna conoscere bene i prodotti che si stanno usando, anche per mantenere un certo rispetto verso la natura. Competenza e calma sono le virtù che in questo momento ci aiutano a dare il meglio».

Là dove c'è tanto traffico – I luoghi più delicati in cui opera il personale delle imprese di pulizia? «Sicuramente studi medici e ospedali – sostiene Thoma –. Ma aggiungerei anche tutti quei posti in cui c’è tanto traffico di persone, tra cui i negozi di alimentari. In questo periodo c’è chi presta servizio anche presso l’amministrazione federale delle dogane. Un compito tutt’altro che semplice». 

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