LUGANO - La notizia che l'UBS ha ammesso di aver aiutato clienti americani ad evadere le tasse e che per tanto dovrà pagare 780 milioni di dollari e fornire i nomi degli americani coinvolti, sta facendo il giro del mondo e su tutti i media questa mattina appaiono titolo allarmistici sulla fine di un'era. Quella appunto del segreto bancario.
"Ma anche di altri aspetti da non sottovalutare. Credo che dal punto di vista dell'Asset managment le banche elvetiche siano sempre state dotate di una specializzazione competitiva. Purtroppo si è trattato di un settore che nell'ultimo anno e mezzo ha subito duri colpi e questo non solo in Svizzera".
"Per la Svizzera il rischio concreto è quello di assistere a un deflusso di capitali. Sinceramente non credo che il rischio sia così rilevante a meno che non si restringa l'indagine a una zona più ristretta, come puo' essere quella dell'area ticinese. Con tutta onestà non credo che il segreto bancario sia l'unico vantaggio competitivo del sistema bancario svizzero, e soprattutto c'è da aggiungere che deflussi di capitali piuttosto rilevanti ci sono già stati per effetti di altri fattori legati alla crisi finanziaria".
"A livello europeo e italiano non peserebbe nulla, perchè gli individui che hanno fondi in Svizzera con la principale finalità di evitare l'imposizione fiscale, hanno altre piazze finanziarie a disposizione dove poter trasferire i propri investimenti. Invece a livello svizzero, dove il segreto bancario ha un suo certo peso, dubito che l'effetto sarebbe cosi rilevante sull'economia reale elvetica, mi pare che ci siano molti altri settori nei quali al Svizzera è competitiva a livello internazionale".
s.f.
Foto apertura: Ti-Press Gabriele Putzu