Il Consiglio degli Stati ha deciso di contribuire al fondo di sicurezza interna. Il dossier passa al Nazionale. Sommaruga: «Riuscire ad aumentare la circolazione legale non può che essere positivo»
BERNA - Bisogna contribuire al Fondo europeo per la sicurezza interna (ISF Frontiere) con un importo pari a 20,6 milioni di franchi all'anno. Lo ha deciso oggi - con 33 voti contro 1 e 5 astensioni - il Consiglio degli Stati. Il dossier passa al Nazionale.
L'ISF (Internal Security Fund) è un fondo di solidarietà per il periodo 2014-2020, istituito in favore degli Stati Schengen particolarmente sollecitati, ossia gravati da costanti costi elevati per la protezione delle frontiere esterne a causa di confini terrestri e marittimi estesi o di importanti aeroporti internazionali.
«Si tratta di proteggere le frontiere esterne e impedire le entrate illegali nello spazio Schengen», ha spiegato Isidor Baumann (PPD/UR) a nome della commissione preparatoria, invitando i "senatori" ad approvare il testo.
La dotazione finanziaria per l'attuazione del Fondo ammonta a 2,76 miliardi di euro. I contributi finanziari degli Stati associati non sono compresi in tale importo e andranno ad aumentare ulteriormente le risorse. Nei sette anni di validità del Fondo, si prevede che la Svizzera - che potrà parteciparvi dalla seconda metà del 2018, ma retroattivamente dal 2014 - verserà una media di 20,6 milioni di franchi all'anno.
Secondo il governo, per il quale ha parlato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, anche la Svizzera trae profitto da partecipazioni di questo tipo. «Riuscire ad aumentare la circolazione legale di persone, diminuendo quella illegale, non può che essere positivo», ha detto.