Oltre al danno, la beffa per un uomo diffamato online e con un volantino. Ma in realtà si tratta di una misura voluta dal Parlamento
TURGOVIA - Viene accusato di aver causato il fallimento dell'azienda dove lavorava e di essere un pedofilo. Sospetta chi possa essere il responsabile e vuole denunciarlo, ma si vede chiedere un anticipo di 1000 franchi come cauzione. La vicenda non sarebbe però l'unica in cui chi voleva sporgere denuncia per reati contro l'onore abbia dovuto pagare.
Falliti per colpa del dipendente: lo sostiene online il capo - Il protagonista del caso è stato diffamato online dal suo ex capo. L'azienda dove lavorava, che operava nel ramo dell'energia solare nel Reno sangallese, ha chiuso per fallimento, con stipendi e contributi sociali non pagati a diversi dipendenti. Ma per il responsabile della ditta, la colpa sarebbe di uno dei suoi dipendenti.
Post social e volantini che lo accusano di essere un pedofilo - Lo ha scritto in diversi post social, anche sulla pagina del «St. Galler Tagblatt» (che ha poi raccontato la storia) facendo il nome completo del suo ex dipendente e allegando anche una foto. Addirittura, qualche mese prima, nel comune di residenza dell'uomo, sarebbero stati distribuiti dei volantini con il suo nome, la sua foto e la scritta «Attenzione, pedofilo».
La risposta della Procura - Lui ha raccontato al giornale di avere degli indizi che portano al suo ex capo e si è rivolto alla Polizia. La Procura del Canton Turgovia però gli ha spiegato che per sporgere denuncia avrebbe dovuto pagare immediatamente 1000 franchi a titolo di cauzione. «Non capisco perché dovrei pagare qualcosa in una situazione del genere», è stata la sua reazione.
Una misura voluta dal Parlamento - In effetti, la possibilità per le Procure di richiedere una cauzione è stata voluta dal Parlamento federale per contrastare il numero crescente di denunce per diffamazione, visto che le autorità giudiziarie sono sotto pressione. Ogni Cantone può scegliere se, quando e in che misura far pagare i denuncianti.
«Non sono stato io» - Nel mentre, l'ex capo dell'uomo diffamato nega le accuse.