Detenzione a vita e internamento per Thomas N, il "massacratore di Rupperswil". Il 34enne, all'annuncio, è esploso in un pianto. Il partner di Carla: «Sono stati giorni tremendi»
LENZBURG - Detenzione a vita e internamento ordinario per il 34enne a processo in Argovia per il "massacro di Rupperswil". Il presidente del Tribunale distrettuale di Lenzburg, Daniel Aeschbach, ha riconosciuto l'imputato colpevole di tutte le imputazioni.
L'accusato, un 34enne svizzero con tendenze pedofile conclamate, doveva rispondere di assassinio plurimo, ripetuta estorsione, sequestri di persona, atti sessuali con un fanciullo, ripetuta coazione sessuale, incendio intenzionale e possesso di materiale pornografico.
L'uomo, fino ad allora incensurato, abitava nel medesimo quartiere delle vittime ed è stato arrestato a quasi sei mesi dai fatti, mentre stava preparando analoghi attacchi ai danni di famiglie con bambini fra gli 11 e i 15 anni, nei cantoni di Soletta e Berna.
Il 34enne dovrà pagare 525.000 franchi di spese processuali. Viene ordinata anche una misura terapeutica ambulatoriale.
Di fronte alla sentenza il 34enne ha iniziato a respirare a fatica, poi è esploso in un pianto.
La pubblica accusa aveva chiesto l'ergastolo seguito dall'internamento a vita per il 34enne che ha confessato di aver ucciso quattro persone dopo aver abusato sessualmente di un 13enne. La difesa si era battuta per una riduzione della pena a 18 anni di detenzione.
«Gravemente malato» - «L'accusato è un pedofilo conclamato e soffre di diversi disturbi psichici», ha affermato il presidente Aeschbach. Le due perizie psichiatriche indipendenti presentate all'inizio del dibattimento hanno stabilito che non è da considerare durevolmente refrattario ad una terapia. È per questo motivo la corte ha ordinato la misura dell'internamento ordinario, prevista per gli autori di gravi reati che soffrono di gravi turbe psichiche.
Il processo di primo grado per quello che è considerato uno fra i più efferati crimini della cronaca recente è stato celebrato dal Tribunale distrettuale di Lenzburg, che per motivi di spazio si è riunito nei locali della polizia mobile a Schafisheim. Il dibattimento si è aperto lunedì e ha registrato il "tutto esaurito": vi hanno assistito 65 giornalisti accreditati e 35 privati cittadini che sono stati sottoposti a rigorosi controlli di sicurezza per accedere all'aula.
E a fine processo ha preso la parola anche Georg Metger, il partner della ormai defunta Carla. Fino ad oggi non aveva parlato con i media, ma uscendo dall'aula è stato fermato dai cronisti e visibilmente emozionato ha dichiarato: «Voglio ringraziare tutti i media per come hanno riferito di questo processo. Sono stati giorni molto duri e ringrazio anche per aver trattato in modo delicato argomenti molto duri che sono emersi nel corso del dibattimento. Per fortuna questo periodo da montagne russe è passato, posso ritenermi soddisfatto della sentenza e tranquillo che l’imputato resterà per sempre in carcere».