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LUGANOQuando l’arte crea l’evento, anche turistico

01.11.19 - 18:25
Dopo i salvagenti ecco le scarpe dei detenuti: Oppy colpisce ancora
Foto CR
Il ‘mandala’ delle scarpe in Piazza a Lugano
Il ‘mandala’ delle scarpe in Piazza a Lugano
Quando l’arte crea l’evento, anche turistico

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Dopo i salvagenti ecco le scarpe dei detenuti: Oppy colpisce ancora

LUGANO – «Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io»: Le parole di Luigi Pirandello hanno ispirato l'artista locarnese Oppy de Bernardo, che ha realizzato una nuova opera in piazza Manzoni, a Lugano, realizzata con la collaborazione di una quarantina di detenuti delle carceri della Stampa e di Bollate (in provincia di Milano).

Scarpe gialle di ogni forma e tipo, sportivo, da bimbo, da donna. Tutte incollate lungo un disegno geometrico che dall’alto di un drone si mostra nella sua interezza. A Lugano il senso di mistero che aleggiava attorno alla nuova installazione di Oppy De Bernardo si è dissipato venerdì scorso quando l’opera è stata inaugurata e ha mostrato a tutti le sue forme e i suoi colori, regalando a piazza Manzoni un vestito nuovo e interessante.
Intitolata “Panopticon” (parola che fa riferimento al modello di carcere ideale progettato nel 1791 da Jeremy Bentham, mai riuscito nel mondo reale) è stata realizzata in collaborazione con i detenuti dei penitenziari della Stampa e di Bollate (Milano). “Panopticon” rappresenta un progetto promosso dalla Divisione eventi e congressi della Città.

Oppy De Bernardo, lo ricordiamo, è autore anche dell'installazione "Apolide", realizzata l'anno scorso a Locarno con 5'000 salvagenti colorati per bambini, con l'intento di sensibilizzare la popolazione al naufragio di tanti migranti, che attraversano il Mediterraneo su imbarcazioni di fortuna per fuggire da guerre e miseria. Moltissime vittime dei naufragi sono, per l'appunto, bambini.

Permettetemi una nota personale: nel corso del mio percorso professionale nel campo della comunicazione e della promozione culturale, spesso sono stato confrontato o protagonista di progetti “a effetto” oppure ad eventi ideate per attirare l’attenzione del grande pubblico. Con piacere ricordo la piattaforma di ghiaccio (finto) con tanto di pinguini fatta galleggiare sul lago di Zurigo e sul Ceresio (per attirare nel 1996 sui cambiamenti climatici...) oppure la produzione di neve alla stazione centrale di Milano per sensibilizzare sulkl’alpinismo commerciale. Come non pensare al film di Gianluca Grossi sulla situazione creatasi a Gaza dopo un’ennesima incursione israeliana e lo sviluppo, attorno a questo progetto, un’azione di denuncia delle violenze.

Questo discorso vale anche nel turismo: pensiamo alla gloriosa nuotata di Ernst Bromeis all’Expo (purtroppo interrotta a Gaggiano) oppure (esperienza personale) la navigazione in gommone da Basilea a Rotterdam per promuovere il ghiacciaio dell’Aletsch.

L’arte, la cultura e gli eventi possono essere degli ottimi strumenti di comunicazione per lanciare un messaggio a condizione che vi sia un contenuto credibile e non si tratti di un semplice gadget pubblicitario.

 

Testo a cura di Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.
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