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Quando la luce diventa turismo: l’inverno di Locarno si chiama Winterland

Tra cantieri, luci che si accendono e il ticchettio del tempo: il racconto di Mischa Lämmler, l’anima dell’evento
Foto di Winterland
L’inverno inizia a Locarno
Quando la luce diventa turismo: l’inverno di Locarno si chiama Winterland

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Tra cantieri, luci che si accendono e il ticchettio del tempo: il racconto di Mischa Lämmler, l’anima dell’evento

LOCARNO - A Locarno ci sono tradizioni che scaldano l’inverno, e poi c’è Winterland, una manifestazione che non si limita a vestirlo di luci, ma lo reinterpreta come un palcoscenico di emozioni. Questa sera, in Piazza Grande, si inaugura l’edizione 2025/2026: sette settimane di musica, spettacoli, attività sulla neve e sul ghiaccio, videoproiezioni, profumi, sapori e incontri. Un vero e proprio villaggio dell’esperienza, pensato per famiglie, giovani, turisti e curiosi.

Dietro questa macchina scenica c’è la visione di Michael “Mischa” Lämmler, CEO dell’evento, che incontriamo negli ultimi momenti di preparazione. La piazza è già viva: tecnici che sistemano le ultime luci, operai impegnati nell’allestimento della zipline, progettisti che controllano la stabilità delle strutture. Mischa cammina veloce, saluta, verifica, chiede, sorride: è evidente che questo è il suo ambiente naturale. «Quando tutto è in fermento, quando senti l’adrenalina dei minuti che mancano all’apertura… è lì che capisco perché faccio questo mestiere da trent’anni», racconta mentre osserva la pista di ghiaccio che riflette le ultime luci di prova.

La sua storia professionale è ricca quanto il programma della manifestazione. Mischa nasce come DJ alla discoteca Alcatraz (Vanillla in seguito), nei primi anni Novanta, quando l’ambiente ticinese era un laboratorio fertile per nuovi format di intrattenimento. Poi comincia a organizzare concerti e festival sempre più strutturati: organizza eventi con artisti che hanno fatto la storia della musica pop e dance, da Eros Ramazzotti a Bocelli, da Jovanotti a Ligabue, da Il Volo a Tiziano Ferro, fino a veri colossi della scena elettronica come David Guetta («una prima e unica assoluta nel cantone», precisa con orgoglio), Bob Sinclair, Carl
Cox, Hardwell, Martin Garrix
e persino Avicii.

Negli ultimi anni la sua esperienza si allarga ulteriormente grazie alla gestione del Palacinema di Locarno con il gruppo Enjoy, un impegno che lo mette a contatto quotidiano con la scena culturale più dinamica della città. È un passo che gli permette di consolidare un approccio sempre più multidisciplinare agli eventi: non solo musica, ma cinema, gastronomia, arte, intrattenimento a 360 gradi.

La svolta arriva a fine agosto del 2023, quando il vicesindaco di allora Giuseppe Cotti lo contatta per proporgli una sfida tanto delicata quanto ambiziosa: salvare e rilanciare la manifestazione “Locarno on Ice”, che negli ultimi anni aveva vissuto tensioni interne, soprattutto sul fronte della convivenza con i ristoratori della Piazza Grande. «C’era un senso di concorrenza, e questo non fa bene a un luogo simbolico come la Piazza», ricorda. La richiesta era chiara: ricostruire un clima di collaborazione e rinnovare l’identità dell’evento.

In sette settimane – un tempo che definire limitato è un eufemismo – nasce Winterland. «Siamo ripartiti da zero: serve un concetto nuovo, un marchio nuovo, un messaggio nuovo. E soprattutto inclusione. Vogliamo coinvolgere tutti: ristoratori, alberghi, scuole, associazioni, e naturalmente i cittadini e i turisti. Nessuna barriera, nessuna competizione», spiega mentre ci accompagna verso il nuovo Chalet Cardada, da cui già esce il profumo della fondue che debutterà questa sera.

Winterland è volutamente lontano dall’immaginario dei classici mercatini natalizi. «Qui non ci sono Babbi Natale», dice Mischa con un sorriso, «ma c’è la luce. La luce come arte, come tecnologia, come emozione. La luce che racconta, che anima, che trasforma».

Il grande protagonista visivo dell’evento è infatti il progetto cinematografico realizzato in collaborazione con Davide Grampa di CISA – Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Locarno. Dopo il successo de I Pescatori di Stelle e Un abbraccio di stelle, quest’anno la videoproiezione, estesa sull’intero arco della piazza, esplorerà il tema del tempo attraverso la storia di un orologiaio locarnese di nome Elia. È un racconto poetico, quasi filosofico: il tempo che scorre, quello che perdiamo, quello che vorremmo fermare; il tempo come dono e come limite. «È un tema che sento moltissimo», confessa Mischa. «Il tempo non basta mai, soprattutto nei giorni che precedono l’apertura. Ma è anche ciò che più vorrei regalare a chi visita Winterland: tempo di emozionarsi, tempo di stare insieme, tempo per ricordare».

Winterland non è solo spettacolo visivo. È anche movimento, gioco, interazione. Quest’anno debutta il minigolf sul ghiaccio, un’attrazione inedita che si affianca alla grande pista – completamente gratuita per tutti, residenti e non – e alle celebri serate con DJ e concerti dal vivo.

Ma la novità più scenografica è senza dubbio la zipline. Parte da inizio Piazza Grande e la sorvola fino a Largo Zorzi: un vero volo d’uccello sopra Winterland, pensato per regalare una prospettiva completamente nuova sull’installazione luminosa e sul villaggio dell’evento. «Volevamo qualcosa che stupisse davvero, un’esperienza che ti restasse dentro», racconta Mischa mentre osserviamo le ultime prove di sicurezza.

L’evento non è solo bello da vedere: è un motore economico. Negli ultimi anni Winterland ha dimostrato di essere un catalizzatore di turismo, in particolare dalla Svizzera tedesca e dalla Lombardia. «Arrivano in tanti, tantissimi, soprattutto in treno», spiega Mischa. «L’offerta Railaway al 50% è un successo: permette di venire a Locarno senza stress e a costi contenuti. Ed è perfettamente in linea con la strategia di destagionalizzazione promossa da Ticino Turismo nell’ambito di Ticino 365». L’impatto è importante: occupazione delle case secondarie aumnetata, pernottamenti in crescita, ristoranti e hotel che trovano nuova linfa in un periodo tradizionalmente meno vivace. Tutto questo mantenendo un principio fondamentale: un’evento con ingresso gratuito.

«Winterland è aperto a tutti: la maggior parte delle attrazioni sono gratuite, non esistono differenze tra residenti e visitatori. È un evento che appartiene alla città, ma che vuole accogliere il mondo».

La nostra visita si conclude con una riunione operativa del gruppo di progetto. Si discute della pulizia della piazza, dello smaltimento separato dei rifiuti, dell’ottimizzazione dei flussi di pubblico. Tutto viene ripassato con la precisione di una produzione teatrale. Ogni dettaglio conta, anche quello che il visitatore non vedrà mai. Mischa è un po’ motivatore un po’ direttore d’orchestra.

Quando usciamo dalla sala, è quasi buio. Le luci iniziano a scintillare una dopo l’altra, come se qualcuno stesse dando il via alle prove generali del cielo. Mischa si ferma un istante, osserva, respira. I suoi occhi brillano come le installazioni di Winterland.

«È in momenti come questo che capisco perché è valsa la pena correre così tanto», dice piano. «Quando la Piazza Grande si illumina, tutto trova un senso».

E questa sera, a Locarno, il tempo – per un momento – sembrerà davvero fermarsi.

Testo a cura di
Claudio Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.

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