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Un quarto di secolo di magia: clown Roli festeggia al Conelli

Tra luci, tradizioni e atmosfere da fiaba, la metropoli svizzera si trasforma in un’esperienza da vivere (seconda parte)
Foto di VB
Una storia circense
Un quarto di secolo di magia: clown Roli festeggia al Conelli

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Tra luci, tradizioni e atmosfere da fiaba, la metropoli svizzera si trasforma in un’esperienza da vivere (seconda parte)

ZURIGO - Sul Bauschänzli, tra luci che si specchiano nel lago, profumo di festa e numeri mozzafiato, il Circo Conelli torna a incantare Zurigo. Un rito dell’Avvento che da oltre trent’anni unisce tradizione, modernità e un profondo spirito familiare.

Il Natale a Zurigo non comincia davvero finché il grande tendone rosso del Circo Conelli non svetta sul Bauschänzli, la piccola isola incastonata tra la Limmat e il Lago di Zurigo. Ogni anno, questo lembo di terra si trasforma in un mondo sospeso, un luogo dove il tempo si piega alla magia e il quotidiano lascia spazio alla meraviglia. Da più di quarant’anni, Conelli è parte integrante della memoria collettiva della città: le sue luci dorate riflesse sull’acqua, la passerella che si affaccia sul fiume, l’atmosfera calda e vibrante che si respira appena superata la soglia del tendone segnano l’inizio non ufficiale, ma emotivamente autentico, della stagione natalizia.

Fino al 31 dicembre 2025, il circo accoglie il pubblico sotto una tensostruttura decorata da stelle scintillanti e da un impianto scenico che mescola tradizione e innovazione. Accanto ai numeri classici – il trapezio, la giocoleria, l’equilibrismo – trovano spazio coreografie moderne, musica dal vivo ed effetti luminosi che costruiscono una dimensione quasi cinematografica. Una scelta particolarmente apprezzata dal pubblico è la rinuncia totale agli animali: il cuore dello spettacolo resta l’arte umana, la dedizione degli artisti e la capacità di emozionare con il solo talento.

Durante la mia visita ho avuto modo di parlare con uno dei volti più amati di Conelli: il clown Roli, che quest’anno celebra un traguardo speciale, i suoi primi 25 anni in pista. Lo incontro dietro le quinte, poco prima dello spettacolo. È truccato solo a metà, con un occhio che ride già e l’altro ancora “in borghese”. Mi stringe la mano con un’energia sorprendente.

Roli, mi racconta, ha sempre saputo di voler fare il clown. «Da bambino mi mettevo davanti allo specchio e provavo numeri che non facevano ridere nessuno… tranne me stesso», scherza. «Poi, crescendo, ho capito che far ridere è un lavoro serissimo. Far ridere bene, intendo: con delicatezza, con rispetto, con un po’ di poesia.» Quando gli chiedo cosa significhi per lui essere parte del Circo Conelli, il sorriso si fa più dolce.

«Per me è casa. Conny e Cindy Gasser sono una seconda famiglia. Qui non sei solo un artista: sei un pezzo di una storia che attraversa generazioni. Ogni stagione entriamo in questo tendone sapendo che portiamo avanti qualcosa che esiste da molto prima di noi.» Mi parla del dietro le quinte, della vita quotidiana durante i quaranta giorni di spettacoli. «Siamo in 120 a lavorare qui durante l’Avvento. Mangiamo insieme, facciamo colazione insieme, ci vediamo tutti i giorni, anche nei momenti di stanchezza. È come vivere in un piccolo villaggio itinerante, solo che non viaggia: si anima a novembre e si spegne a gennaio». Gli chiedo se dopo 25 anni l’emozione sia ancora la stessa.

«Peggio!», ride. «La prima settimana non dormo quasi. È una tensione bella, però. Quando le luci si accendono, quando sento le risate dei bambini… allora sì, finalmente respiro e la notte posso dormire». Gli domando quale sia il momento preferito del suo numero. Ci pensa un istante. «Quello in cui il pubblico smette di guardare il clown e comincia a guardare la persona. C’è un istante, piccolo ma prezioso, in cui senti che qualcuno si riconosce in te, nelle tue goffaggini, nelle tue paure. Quello è il vero miracolo del circo: non far credere alla magia, ma farla sentire possibile».

In totale, la stagione 2025 prevede 81 rappresentazioni, che culmineranno nel tradizionale Galà di San Silvestro del 31 dicembre, in programma alle 17:30. Una serata che accompagnerà il pubblico verso il nuovo anno tra musica, luci, numeri circensi e quella tipica atmosfera di festa che solo Conelli sa creare.

Durante l’Avvento, Zurigo si riempie di mercatini, profumi speziati e luminarie. Eppure, nonostante l’ampia offerta culturale, il Circo Conelli mantiene da decenni un’aura tutta sua.

La vicinanza del pubblico al palco crea un legame intimo, quasi familiare; lo spettacolo – due ore e mezza di risate, suspense, acrobazie e momenti poetici – restituisce quella sensazione di meraviglia che spesso si perde crescendo. È un luogo dove le famiglie portano i bambini per la prima volta e dove chi è cresciuto con Conelli torna ogni anno, come un rito di passaggio dell’inverno zurighese.

Il Circo Conelli non è solo un evento: è un frammento di storia viva. La famiglia Gasser, oggi alla decima generazione, custodisce questa tradizione preziosa rinnovandola senza snaturarne l’essenza. Ogni stagione è diversa, eppure ogni anno il pubblico esce dal tendone con lo stesso sguardo brillante: quella sensazione che solo il circo sa regalare, la sensazione che – almeno per qualche ora – tutto sia davvero possibile.

Il primo articolo di questo reportage è stato pubblicato il 25 novembre 2025.

Non lascio ancora Zurigo, la prossima volta di parlerò di uno spettacolo di luci davvero particolare.

Testo a cura di Riccardo Rossetti


Questo articolo è stato realizzato da Progetti Rossetti, non fa parte del contenuto redazionale.

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