Bitcoin cresce dal basso, in ogni angolo del mondo

Al Plan ₿ Forum 2025, uno studente del Politecnico di Torino e quattro rinomati esperti e community builder hanno raccontato storie diverse che certificano un comune denominatore: l'adozione di Bitcoin funziona soprattutto quando il processo parte dalle persone.
Al Plan ₿ Forum 2025, uno studente del Politecnico di Torino e quattro rinomati esperti e community builder hanno raccontato storie diverse che certificano un comune denominatore: l'adozione di Bitcoin funziona soprattutto quando il processo parte dalle persone.
Due panel distinti, due palcoscenici, due momenti diversi. Storie che però si intrecciano in una verità sempre più lampante: quando sono le persone a prendere l'iniziativa, Bitcoin e la sua adesione funzionano davvero. Racconti di ambizioni “elevate”, di traguardi raggiunti, che parlano di innovazione e di futuro e che hanno trovato nel Plan ₿ Forum di Lugano il luogo ideale per essere raccontate e rese note agli addetti ai lavori e al grande pubblico. A quasi tre settimane di distanza dalla quarta edizione della conferenza Bitcoin più importante d’Europa, che il 24 e 25 ottobre scorsi ha coinvolto quasi 4 mila persone arrivate al Palazzo dei Congressi da tutto il globo, riprendiamo così il nostro viaggio tra i momenti più rilevanti dell’edizione 2025 del Forum.
Torino: una community di 800 persone partita… da tre studenti
Iniziamo facendo eco alle parole di Francesco Pelle, presidente dell’associazione BitPolito e studente al Politecnico di Torino, che ha coinvolto il pubblico giunto in riva al Ceresio ricordando le dinamiche e snocciolando i dettagli di una vicenda molto interessante, iniziata cinque anni fa, quando tre studenti hanno deciso di parlare di Bitcoin dentro l'università. «Non c'era nessuno che lo facesse pubblicamente: zero meetup attivi», ha spiegato il protagonista della presentazione sul P2P Stage. Da quel momento, il gruppo ha messo in moto l'iniziativa BitPolito, creando un’associazione e puntando subito sugli aspetti tecnici, con l’obiettivo di provare ad ottenere maggiore credibilità accademica. La strategia ha funzionato, non c’è che dire: oggi la community all’ombra della Mole conta oltre 800 membri, una cinquantina di studenti in più ogni anno e un dato che riempie d’orgoglio lo stesso Pelle: «Più di 20 studenti che oggi lavorano in aziende Bitcoin: la metrica più importante», ha evidenziato con tono entusiasta. Che, poi, ha proseguito parlando anche di futuro e quindi di programmazione. Innanzitutto, anticipando che a settembre del 2026 partirà la seconda edizione dell'Executive Master su Bitcoin e Lightning Network presso il Politecnico di Torino. Poi, mettendo in luce il fatto che l’Ateneo stia per lanciare il proprio Bitcoin Research Observatory, un'iniziativa di ricerca accademica sull'industria del mining. Ma l'annuncio più atteso riguarda il Blox Space: un hub Bitcoin da quattro piani in pieno centro a Torino, supportato da Fulgur Ventures. «All'inizio di quest'anno, o al massimo all'inizio del prossimo, questo spazio sarà pronto», ha annunciato Pelle. «Quattro piani in un edificio in una delle piazze più belle di Torino». Due di questi saranno aperti al pubblico e ospiteranno eventi e formazione, mentre due saranno deputati a ospitare uffici e coworking. «Il capoluogo piemontese è ancora una città abbastanza economica, quanto al costo della vita, e quindi un contesto perfetto per i bitcoiner che viaggiano per il mondo», ha aggiunto. Il modello è chiaro: accademia, spazio fisico per conoscersi, formarsi e fare impresa, apertura verso l'esterno. «Vogliamo far capire a chi è fuori dalla “bolla Bitcoin” la portata di quello che stiamo costruendo».
La vita quotidiana con Bitcoin
L'adozione di Bitcoin come approccio dal basso? Non ha confini. A dare ulteriori conferme, su questo fronte, c’è stato, nel corso del Forum, un altro interessantissimo panel, moderato da Ajelex di Plan ₿ Network, che ha coinvolto quattro tra i più noti community builder del contesto Bitcoin mondiale, che hanno spiegato cosa significa costruire economie circolari basate su BTC e hanno raccontato alcuni dei luoghi in cui questa tecnologia è denaro quotidiano e non solo asset.
Ed eccoli, i protagonisti del panel intitolato “Living on Bitcoin - Real stories from Circular Communities”, andato in scena sul WAGMI Stage del Palazzo dei Congressi: André Loja che guida Free Madeira, e ha portato oltre 170 merchant dell'isola portoghese ad accettare BTC; Roman Martinez, co-fondatore di Bitcoin Beach a El Zonte (El Salvador), il progetto partito nel 2019 che due anni dopo ha ispirato il presidente Bukele a rendere Bitcoin valuta a corso legale in tutto il paese; James Otudor, che ha costruito il Calabar Bitcoin Club in Nigeria, e ha intentato una causa legale contro il governo per difendere il diritto dei cittadini a possedere e usare Bitcoin; Hermann Vivier, infine, che ha fondato Bitcoin Ekasi in Sudafrica, nella township di Mossel Bay dove, dopo quattro anni e mezzo ci sono 45 merchant che incassano pagamenti in BTC.
Il confronto ha toccato subito una questione fondamentale, e cioè di quanto l’adozione di Bitcoin, a queste profondità, in contesti assai distanti e diversi tra loro - ad esempio Africa e America Latina - dimostri la capacità inclusiva dello “strumento”, che viene utilizzato in modi differenti ma sempre con effetti positivi. Costruire queste economie significa però interfacciarsi con contesti molto diversi. Loja, ad esempio, ha posto l’accento sulle sfide principali che possono emergere in un territorio sviluppato come il Portogallo: «Molte persone vedono ancora Bitcoin solo come un asset speculativo e da scambiare, un modo per provare ad arricchirsi velocemente. Gran parte del nostro lavoro educativo, invece, riguarda il protocollo, le sue caratteristiche e perché è così importante usarlo come mezzo di scambio». Insomma, una battaglia culturale più che tecnologica. Difficoltà che, manco a dirlo, cambiano radicalmente in contesti come quello nigeriano o sudafricano. Otudor, non a caso, ha evidenziato la necessità di costruire da zero e adattare alla situazione locale i processi di condivisione della conoscenza: «Come pionieri di economie circolari Bitcoin in Nigeria, abbiamo dovuto prima creare dei materiali educativi nella lingua locale, in modo che le persone potessero capire cosa sia Bitcoin e come usarlo». Vivier, dal canto suo, ha condiviso una riflessione importante su cosa significhi davvero “Economia Circolare", una locuzione che spesso rischia di essere fraintesa. «La sfida più grande è stata comunicare che cosa sia», ha spiegato.
Crescere senza fretta, ma costantemente
Un tema ricorrente nel dibattito è stato quello sui modi migliori per dare alle persone la possibilità di prendere confidenza con le valute digitali, sottolineando come molti individui non comprendono e non comprenderanno appieno Bitcoin attraverso i libri, ma mediante l’utilizzo pratico. Sul fronte delle sfide operative, infine, tutti hanno concordato su un punto: è necessario abbassare le aspettative che risultano troppo alte e che spesso sono il principale nemico. «Tanti vogliono avere 300 commercianti subito attivi», ha raccontato Martinez riferendosi alla sua esperienza. «Ma non funziona così. Quello che diciamo sempre è questo: iniziate piano. Un evento di meetup al mese, un bar, un ristorante alla volta. Cominciate a costruire così». E Bitcoin Beach, in effetti, ha dimostrato che l’approccio funziona: «Siamo partiti da un'idea piccola, che aveva il potenziale di diventare grande. E poi quella piccola idea ha finito per ispirare un intero paese».
Il messaggio conclusivo è stato un invito concreto all'azione, a mettersi in gioco, magari iniziando da progetti di dimensioni ridotte, che però vanno sempre seguiti con costanza.
E per chi cerca supporto, nel corso del panel è stata ricordata l'esistenza di programmi di borse di studio, grant e fellowship, oltre al Summit of Bitcoin Circular Economies, che riunisce tutti questi progetti. Martinez ha chiuso, chiedendo l’applauso di tutto il pubblico, celebrando il progetto Plan ₿ di Lugano, che ha permesso alla città di diventare «una vera economia circolare fondata su Bitcoin». Insomma, dal Politecnico di Torino alle township del Sudafrica, il messaggio della quarta edizione del Plan ₿ Forum è stato inequivocabile: l'adozione Bitcoin si costruisce con pazienza e passione. Dal basso, una persona alla volta.
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