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Bitcoin Campus al PoW.space: capire le transazioni avanzate

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Bitcoin Campus al PoW.space: capire le transazioni avanzate

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Due esponenti del centro di formazione che si occupa di educazione finanziaria sulle valute digitali, Michele e Laura Gandolfi, hanno chiuso il ciclo di Accademia S₿AM dedicato alla custodia con un approfondimento sugli aspetti tecnici della gestione avanzata dei wallet Bitcoin e delle transazioni on-chain.

Ultimo appuntamento del ciclo mensile di Accademia S₿AM dedicato alla custodia e gestione sicura di Bitcoin, ospitato come sempre dal PoW.space di Lugano, quello di lunedì 26 maggio scorso, dedicato alle transazioni avanzate. I protagonisti di questa “puntata”, sempre con ingresso gratuito, sono stati Michele e Laura Gandolfi, rappresentanti di Bitcoin Campus, un centro di formazione che si occupa di educazione finanziaria sulle valute digitali, con l'obiettivo di aiutare le persone ad accrescere la propria consapevolezza nel merito.

Dalla teoria di base alle transazioni complesse
L'incontro ha preso vita da una cruciale precisazione: «È importante distinguere tra transazione e pagamento», hanno esordito. «La transazione è un trasferimento di valore sulla rete Bitcoin principale, quindi on-chain. Il pagamento invece si riferisce tipicamente a quello avvenuto mediante Lightning Network, un Layer 2 - ovvero un livello costruito sopra Bitcoin, ndr - che permette scambi più veloci ed economici». I relatori hanno spiegato che Bitcoin «non ha nessuna rappresentazione fisica o digitale» e che «il suo valore è implicito nella transazione». Il sistema funziona attraverso UTXO (Unspent Transaction Output - letteralmente "output di transazione non spesi"), che hanno paragonato a “sacchettini digitali”: «quando li spendiamo vengono distrutti, e così viene creato un nuovo sacchettino che va al destinatario».

L'importanza della rete distribuita e dei nodi
Un passaggio chiave ha riguardato l'architettura decentralizzata di Bitcoin. «La rete è composta da nodi che non fanno mining, ma che rappresentano la vera forza del sistema», ha spiegato Michele Gandolfi. «Per spegnere Bitcoin bisognerebbe andare a casa di tutti quelli che gestiscono un nodo e spegnerli contemporaneamente». L'esperto ha poi sottolineato l'importanza di gestire un proprio nodo per tutelare privacy e sicurezza: «È meglio usare il proprio nodo o uno fidato, perché ogni nodo può vedere la vostra master public key, la chiave principale del portafoglio. È vero che con questa informazione non può rubarvi i fondi, però può conoscere il vostro saldo e tutti i vostri movimenti».

I portafogli gerarchici deterministici e le innovazioni tecnologiche
Il divulgatore e formatore ha in seguito illustrato il funzionamento dei portafogli HD (Hierarchical Deterministic) introdotti con il BIP 32 (Bitcoin Improvement Proposal 32 - una proposta di miglioramento del protocollo Bitcoin). «Da una mnemonica di 12 o 24 parole ricaviamo un dato binario che si chiama seed», ha spiegato, descrivendo come da questo si possano generare infinite chiavi private e pubbliche. Particolare attenzione è stata dedicata a Taproot, «il più grosso aggiornamento tecnico di Bitcoin degli ultimi anni», attivato nel 2021. Questo upgrade introduce tre miglioramenti: Schnorr (un nuovo algoritmo di firma digitale più efficiente), MAST (Merklized Abstract Syntax Tree - un sistema per nascondere parti degli script non utilizzati) e Taproot stesso, che permette di «mascherare tutto e presentare al mondo questa transazione come se fosse una semplice pay to public key hash».

La gestione delle commissioni e il purging
È stato anche approfondito il tema delle commissioni, spiegando il concetto di "purging", che entra in campo quando la mempool (lo spazio di memoria dei nodi dove vengono temporaneamente conservate le transazioni in attesa) è sovraccarica: «Quando ci sono più transazioni di quello che una mempool può contenere, le commissioni minime salgono e le transazioni con fee troppo basse vengono scartate». A seguire, sono anche state illustrate tecniche avanzate come il "child pays for parent" (il figlio paga per il padre), attraverso le quali «se ricevo una transazione con fee troppo basse, posso generare una nuova transazione associata alla prima con fee molto più alte, così il miner, per garantirsi le commissioni della transazione figlia, si prende in carico anche la transazione padre».

La filosofia libertaria di Bitcoin
Nella parte conclusiva, Michele Gandolfi ha allargato ulteriormente il campo, focalizzandosi sulla sua visione di Bitcoin: «Per me rappresenta sovranità individuale. Sono un vecchio libertario, anarco-capitalista, e adoro la parola "agorista": essere “agoristi” vuol dire scambiare volontariamente con altri individui in base alle proprie preferenze, rifiutando tutto ciò che non è fondato sul consenso». Gli esperti hanno concluso, infine, con un forte appello all'educazione: «Bitcoin diventa lo strumento per liberare l'individuo da tutti coloro che cercano di controllarlo, ma per raggiungere questo traguardo bisogna studiare. La sovranità individuale non si ottiene senza conoscenza».


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
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