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Lugano's Plan ₿

«Ecco come rendere Bitcoin sostenibile nel futuro»

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Ne ha discusso, durante il Lugano’s Plan ₿ Forum, Jameson Lopp, CTO di Casa, che ha analizzato sfide e opportunità legate alla dimensione dei blocchi di BTC. Lo statunitense è tra gli speaker confermati anche per l’edizione 2025 della conferenza di settore più importante in Europa

Jameson Lopp, Chief Technology Officer di Casa e tra nomi più influenti dell'ecosistema Bitcoin, sarà uno tra i relatori più attesi dell'edizione 2025 del Plan ₿ Forum di Lugano, che si terrà tra il 24 e il 25 ottobre. Si tratta di una delle conferme di maggior rilievo, perché lo statunitense è stato già protagonista della conferenza lo scorso anno - con il keynote "A Treatise on Block Space Economics" - quando ha offerto al pubblico del Palazzo dei Congressi un'analisi coinvolgente sulle dinamiche economiche legate alla dimensione dei blocchi di BTC.

Ma andiamo per ordine, perché quello in questione è un tema abbastanza articolato. Bisogna rispolverare, innanzitutto, le "guerre di scaling" del 2017 - il dibattito, appunto, sulla dimensione dei blocchi che ha diviso la comunità -, frizioni che per Lopp vanno affrontate con lungimiranza e pragmatismo, perché l’obiettivo comune è garantire la sostenibilità e la scalabilità a lungo termine della rete.

Il dilemma della dimensione dei blocchi: storia di un dibattito
Lopp, non a caso, ha avviato il suo ragionamento ripercorrendo le origini di questa disputa che ha visto contrapporsi due fazioni: da un lato, chi chiedeva blocchi più grandi per ridurre le commissioni e aumentare contestualmente la quantità di transazioni che possono essere elaborate in un determinato periodo di tempo; dall'altro, chi temeva che questa opzione avrebbe centralizzato la rete, rendendo più costoso il running dei nodi. «Alla fine, ha prevalso la linea degli 'small blockers', e abbiamo mantenuto il limite a 1 MB», ha ricordato. «Credo che la prossima battaglia non sarà tra “blocchi piccoli e grandi”, ma su come massimizzare il numero di persone che possono usare Bitcoin senza intermediari e scongiurare il rischio di distruggere la teoria dei giochi che mantiene sicuro il network».

Mining, nodi e fee di mercato: gli equilibri da preservare
Per Lopp, infatti, la vera sfida è trovare un punto di equilibrio tra diverse esigenze: garantire ai miner un mercato di fee sostenibile, mantenere basso il costo dei nodi per favorire la decentralizzazione, ma anche evitare che commissioni troppo alte spingano gli utenti verso soluzioni di pagamento centralizzate. «Se la capacità è troppo bassa, e i nostri metodi di transazione troppo inefficienti, l'accesso alla catena per la risoluzione delle dispute sarà troppo costoso e sarà reintrodotta la necessità di fidarsi di terze parti», ha spiegato. Ma allo stesso tempo, ha avvertito che «se aumentiamo troppo l'offerta di spazio, rischiamo di uccidere il mercato e peggiorare la sicurezza della rete».

Proposte passate e nuove prospettive: verso gli algoritmi dinamici
Il protagonista dell’intervento ha poi passato in rassegna le principali proposte di aumento della dimensione dei blocchi avanzate in passato, evidenziandone i limiti: «Tutte avevano dei difetti, perché spostavano troppo potere verso i miner, non tenevano conto delle dinamiche economiche (domanda e offerta in primis) o, semplicemente, sostituivano un “numero magico”, arbitrario, con un altro». La via d'uscita, per Lopp, potrebbe essere un algoritmo dinamico che regoli la dimensione dei blocchi in base a parametri oggettivi, come il tasso di crescita della banda e dello storage. «Non c'è nulla di speciale nell'attuale limite di 4 milioni di 'weight units' - l'unità di misura dello spazio di blocco, ndr - ma, se troviamo un consenso tra tutti gli stakeholder su una formula che tiene conto del progresso tecnologico, forse potremo avere ciò che chiamo 'Goldie blocks': la dimensione giusta, al momento giusto».

Hard fork sicuri e la minaccia degli "istituzionali"
Un simile cambiamento richiederebbe probabilmente un "hard fork", cioè un aggiornamento non retrocompatibile del protocollo: una prospettiva, questa, che spaventa molti bitcoiner. Per Lopp, però, questo scenario non è un tabù: «Se è un aggiornamento non controverso e viene attivato con sufficiente preavviso, la mia ricerca mostra che essp può essere realizzato in modo sicuro».

Il vero pericolo, ha avvertito, sono i grandi investitori istituzionali che stanno entrando nel mercato: «Non sono interessati ad usare Bitcoin per la disintermediazione e la libertà individuale e finanziaria, vogliono solo l'esposizione finanziaria». Un’analisi molto interessante, quella dello statunitense, che insieme ad altri protagonisti della rivoluzione Bitcoin tornerà a Lugano, il 25 e 26 ottobre prossimi, per offrire nuovi spunti nel corso dell’attesissima quarta edizione del Plan ₿ Forum. I biglietti sono già in vendita a soli 99 franchi.


Questo articolo è stato realizzato da Lugano's Plan ₿, non fa parte del contenuto redazionale.
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