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EUROPAEcco come i paesi europei affrontano il tema delle loot boxes

07.07.22 - 06:30
Le casse premio acquistate dai giocatori online in cambio di soldi reali nel mirino di alcuni paesi europei
Depositphotos (Vadymvdrobot)
Ecco come i paesi europei affrontano il tema delle loot boxes
Le casse premio acquistate dai giocatori online in cambio di soldi reali nel mirino di alcuni paesi europei

BRUXELLES - Fifa, Raid: Shadow Legends e altri giochi potrebbero vivere dei brutti momenti. Le loot boxes - le casse premio che i videogiocatori acquistano con denaro reale per garantirsi oggetti virtuali - sono tornate alla ribalta dopo che diversi paesi, nel corso degli anni, hanno deciso di regolamentarle. Ultime in ordine, Spagna e Olanda che hanno presentato delle proposte in tal senso. Una rapida panoramica a livello europeo del fenomeno, può far capire come i singoli stati hanno affrontato questo tema.

Belgio - Nel 2018 il paese ha proibito la vendita delle loot boxes. Il ministro della Giustizia dell’epoca, Koes Geens, aveva commentato così la decisione: «Mischiare videogiochi e gioco d’azzardo, soprattutto in giovane età può essere pericoloso per la salute mentale dei bambini». All’epoca diversi titoli finirono nel mirino della politica: Counter Strike, Fifa, Overwatch e Star Wars Battlefront II.

Olanda - Una coalizione di sei partiti ha presentato una mozione all’Aia per bloccare le loot boxes. Secondo i promotori, questi pacchetti premio costituirebbero «una forma di gioco d’azzardo» e potrebbero «causare la dipendenza dei bambini» e potrebbero «pesare economicamente sulle loro famiglie con pagamenti inaspettati per le transazioni». I parlamentari, inoltre, sostengono che le loot boxes «manipolerebbero gli utenti minorenni e li spingerebbero a compiere delle microtransazioni».

Spagna - Il ministro dei consumatori spagnolo, Alberto Garzon, ha annunciato l’intenzione di voler regolamentare e controllare le loot boxes. Stando a quanto riportati dai media locali, il Governo vorrebbe far sì che i futuri compratori dei pacchetti debbano avere più di 18 anni. I maggiorenni dovranno presentare una carta d’identità al momento del pagamento, di modo da poter verificare che l’account non appartenga a un minore. Inoltre, questa legge dovrebbe introdurre un limite di spesa con autoesclusione, stabilendo sessioni di gioco con tempi e importi massimi. Vietata anche la pubblicità dei pacchetti, tranne che in tv o in radio dove avranno la possibilità di essere trasmesse nella fascia che va dalla 1 alle 5 del mattino. Inoltre, le piattaforme dovranno fornire informazioni veritiere sulle reali possibilità di ottenere premi. 

Italia - A livello politico, l’Italia non ha preso ancora nessun tipo di provvedimento. Della questione si è occupata la Adiconsumi Cisl, adducendo la forte necessità di regolamentazione, dal momento che le industrie del gioco, per promuovere le loot boxes sfruttano «design manipolativo, marketing aggressivo e informazioni sulle probabilità di vincita fuorvianti».

Svizzera - Stando a quanto riportato da un articolo di 20Minutes la consigliera nazionale Sophie Michaud Gigon (Verdi/VD) di recente ha presentato un’interpellanza presso il Consiglio federale sul tema. Anche Pro Juventute e Gruppo Azzardo Ticino hanno affrontato il problema, sensibilizzando le famiglie a far sì che si possano evitare situazioni “spiacevoli” in casa, insegnando ai figli il valore dei soldi e come affrontare l’utilizzo dei mezzi di comunicazione minimizzando i rischi.

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