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USA 2024«Se Biden vince, il peggio deve venire: una corsa all'inferno»

24.02.24 - 22:32
Trump attacca il rivale e si presenta come salvatore dell'America, un «freedom fighter».
Afp
Fonte ats ans
«Se Biden vince, il peggio deve venire: una corsa all'inferno»
Trump attacca il rivale e si presenta come salvatore dell'America, un «freedom fighter».

NEW YORK - Se Joe Biden vince le elezioni a novembre il «peggio deve ancora venire»: con la sua guida gli Stati Uniti continueranno la loro corsa sfrenata verso l'«inferno». Donald Trump attacca duramente il presidente davanti alla platea della Conferenza dei Conservatori Americani, proponendosi come l'unico freno per fermare il declino, come il «passaporto contro la tirannia».

Lo fa nel giorno delle primarie in South Carolina dove è il favorito e spera in una vittoria a valanga sulla rivale Nikki Haley, l'ultimo ostacolo da rimuovere - insieme ai vari processi a suo carico - per agguantare la nomination repubblicana.

In toni agguerriti, che sono solo un assaggio di quello che sarà l'aspro probabile scontro dei prossimi mesi fra l'ex presidente e Biden, Trump si presenta come il salvatore dell'America, un «freedom fighter» che si batte per la libertà, inclusa quella per la fecondazione in vitro al centro di un acceso dibattito dopo che la corte suprema dell'Alabama ha stabilito che gli embrioni sono bambini.

«Quando vinceremo l'azione più urgente è sigillare il confine, fermare l'invasione e rimandare a casa gli illegali di Biden», dice l'ex presidente cavalcando la maggiore preoccupazione degli americani, l'immigrazione, e usando parole dure che rievocano l'immagine della «carneficina americana» sventolata durante il suo insediamento dopo la vittoria del 2016. «Biden e i suoi scagnozzi - aggiunge l'ex presidente - vi hanno intrappolato in un treno espresso verso la rovina. Un voto per Trump è il vostro biglietto per la libertà».

«Il successo senza precedenti degli Stati Uniti sarà la mia assoluta vendetta» contro i nemici e contro il sistema, rincara ancora la dose. Il sistema - secondo l'ex presidente - è il responsabile dei 91 capi di accusa mossi nei suoi confronti e del pagamento di 454 milioni di dollari (inclusi 99 milioni di interessi) che gli è stato imposto per lo scandalo degli asset gonfiati dalla sua società per ottenere condizioni più favorevoli con banche e assicurazioni. Fondi che Trump deve pagare entro 30 giorni, o quantomeno depositare nel caso in cui decidesse di presentare appello. Una cifra non indifferente considerate le già elevate spese legali a cui l'ex presidente sta facendo fronte, anche grazie ai fondi raccolti dal suo super pac, e che ha fatto scattare una corsa a reperire i fondi necessari.

Ma nel mirino di Trump non c'è solo Biden. L'ex presidente scarica la sua furia anche contro Haley, la sua ex ambasciatrice all'Onu divenuta la sua più acerrima nemica. Di recente l'ha definita Shiva, la divinità della distruzione, e l'ha anche velatamente minacciata. «Il Dipartimento di Giustizia potrebbe aprire un'indagine nei suoi confronti», ha detto senza scendere nei dettagli di potenziali accuse.

Trump spera di chiudere con la vittoria in South Carolina la partita della nomination con l'aiuto degli afroamericani, «a cui piaccio perché sono discriminato" come loro. Haley da settimane però ribadisce che non mollerà «fino a quando l'ultimo americano non avrà votato». L'ex ambasciatrice - che si prepara a una sonora sconfitta nel suo stato, quello di cui era governatrice - intende restare in corsa almeno fino a Super Tuesday del 5 marzo, sperando nel miracolo.

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