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UNIONE EUROPEAL'Ue dice addio alle auto con motori a combustione interna

08.06.22 - 18:34
Solo veicoli a zero emissioni dal 2035? Il Parlamento europeo ha votato a favore dopo una giornata parecchio combattuta
AFP/Deposit
L'Ue dice addio alle auto con motori a combustione interna
Solo veicoli a zero emissioni dal 2035? Il Parlamento europeo ha votato a favore dopo una giornata parecchio combattuta

STRASBURGO - È infine arrivato l'addio dell'Ue alle auto con motori a combustione interna (insomma, quelli a benzina o diesel): è stato approvato a Strasburgo il pacchetto che include l'obbligo, entro il 2035, di vendere solo veicoli a zero emissioni.

Lo ha deciso tramite votazione il Parlamento europeo: grazie ai 339 favorevoli contro i 249 contrari, in Europa non potranno essere più prodotti nuovi veicoli con motori a combustione.

I deputati hanno accettato con una maggioranza netta (ma non ampia) la misura nell'ambito del pacchetto "Fit for 55", una serie di strumenti e misure volte a contrastare i cambiamenti climatici. La palla, ora, passa dal Consiglio europeo e dai Governi degli Stati membri, che dovranno discutere con Bruxelles per negoziarne l'implementazione.

Le automobili, lo ricordiamo, sono responsabili del 12% delle emissioni di CO2 nell'Ue.

Bocciata l'opzione 90%
L'obiettivo delle "emissioni zero" è stato oggetto di un'accesa battaglia in aula, con un emendamento della destra europeista del PPE (maggiore forza in Parlamento) che proponeva di puntare a una riduzione del 90% (invece del 100%), per continuare la vendita di auto ibride.

L'emendamento è stato però respinto (seppur con uno stretto margine). La destra non è riuscita a far passare neanche un emendamento che promuoveva l'uso di «combustibili sintetici», potenzialmente più ecologici dei combustibili fossili.

«Stiamo tracciando un percorso chiaro per l'industria sostenendo la fine dei motori a combustione nel 2035, una vittoria importante e coerente con l'obiettivo della neutralità delle emissioni di carbonio per il 2050», ha commentato all'AFP Pascal Canfin (di Renew Europe), presidente della Commissione Ambiente dell'europarlamento.

Un duro scontro
Prima del voto, in ogni caso, la spaccatura tra favorevoli e contrari si è rivelata evidente e i toni si sono alzati parecchio: il Partito Popolare Europeo (PPE) ha ad esempio infatti messo in dubbio l'aspetto dogmatico della misura, in particolare visto il rischio di conseguenze negative per le famiglie e le imprese (perdite di posti di lavoro, aumento della dipendenza dall'estero).

Di avviso simile anche Identità e Democrazia (secondo cui il rischio è che le auto diventino un bene di lusso per una gran parte dei cittadini) e Conservatori e Riformisti Europei, per cui andavano considerate appieno anche l'occupazione, l'industria e le tecnologie alternative.

D'altra parte, oltre al chiaro sostegno dei Verdi e dell'Alleanza Libera Europea, si sono detti favorevoli anche l’Alleanza Progressista dei Socialisti e Democratici (S&D), secondo cui tutti devono contribuire alla riduzione delle emissioni, e Renew Europe.

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