Lo sostiene Pier Carlo Padoan: «Sfida globale che va combattuta, anche se c'è ancora molto da fare»
ROMA - Un fenomeno «articolato e diffuso», che si lega indissolubilmente con l'evasione fiscale, e che risulta difficilissimo da contrastare" perché spesso supera i confini dell'Italia. È il riciclaggio, di cui è difficile stimare persino la dimensione, tanto da oscillare secondo le stime tra l'1,7% e ben il 12% del Pil. L'allarme arriva dal ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, intervenuto al convegno della Guardia di Finanza dedicato proprio alla quarta direttiva sull'antiriciclaggio.
Il 75% deriva dall'evasione di imposte e accise. «Basta questo - ha spiegato Padoan - a dimostrare che la lotta all'evasione e la lotta al riciclaggio sono due facce della stessa medaglia» e che vanno portate avanti di pari passo, nell'attività quotidiana, «giorno dopo giorno».
Di fronte a questa correlazione, l'ambito nazionale però non basta. «Le sfide continuano ad essere globali. A volte si ha la sensazione che si stia inseguendo una preda più veloce di te, ma bisogna continuare a correre» e bisogna farlo nel segno della cooperazione, ha evidenziato ancora il ministro, nel suo saluto di fatto agli alti rappresentanti della Guardia di Finanza (Gdf). Non a caso la lotta all'evasione fiscale, con le nuove difficoltà poste dallo sviluppo tecnologico a partire dalle criptovalute, è da tempo nell'agenda dei meeting internazionali, dal G7 al G20.
Fortunatamente nello scambio di informazioni «la cooperazione internazionale ha raggiunto risultati che in altri settori sono ben lungi dall'essere raggiunti. È una ricchezza su cui dobbiamo lavorare».
In questo senso il ruolo dell'Europa è fondamentale, tentando di risolvere un inevitabile «dilemma politico prima che tecnico»: se aspettare, cioè, una soluzione effettivamente globale o andare avanti come Unione Europea per guidare il cambiamento e «dare l'esempio ».