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Da quel Suv targato Zurigo, all'ordine di arresto per il boss

ITALIA/SVIZZERA Da quel Suv targato Zurigo, all'ordine di arresto per il boss

22.05.24 - 09:41
È in corso in queste ore una vasta operazione di polizia internazionale: al centro una rete terroristica turca.
InterPol
Da quel Suv targato Zurigo, all'ordine di arresto per il boss
È in corso in queste ore una vasta operazione di polizia internazionale: al centro una rete terroristica turca.

MILANO - Tra le 19 persone, per lo più turche dimoranti tra Svizzera, Italia, Germania e Turchia, destinatarie in queste ore di «un’ordinanza di misura cautelare» per associazione con finalità terroristiche - inclusa la detenzione di armi definite dalla polizia di Stato italiana «micidiali» -, spicca un nome, quello di Baris Boyun.

Si sospetta che il 40enne - catturato nell'operazione di oggi in provincia di Viterbo - possa essere la testa del gruppo criminale finito sotto la lente del GIP del Tribunale di Milano e impegnato, a suon di attentati, in una faida con altri clan rivali turchi. I capi d'accusa che la Procura della Repubblica di Milano - Sezione Distrettuale Antiterrorismo - destina all'uomo costituiscono un vero e proprio elenco; tra questi, «traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina», a costituire «un’associazione con finalità terroristiche».

In quel Suv targato Zurigo, la scorta - In tutto questo, c'è anche la Svizzera al centro dell'indagine, proprio perché il primo step dell'inchiesta si palesa a inizio ottobre 2023, quando tre cittadini turchi - di 23, 30 e 40 anni - furono arrestati a Como dalla squadra volante della questura. Il gruppo - lo ricordiamo - si trovava a bordo di un grosso SUV, targato Zurigo. Gli occupanti avevano con sé due pistole, con i relativi caricatori, una confezione di munizioni, un gilet antiproiettile e 70 grammi di marijuana.

Ebbene, quegli uomini non erano altro che la scorta di Baris Boyun, già fermato in Italia nel 2022 e poi scarcerato l'anno successivo. Finirà nuovamente agli arresti a Milano negli scorsi mesi, dopo essere stato intercettato armato a bordo di un'auto. Dal carcere di San Vittore - come ricostruisce il Corriere della Sera - il boss viene trasferito ai domiciliari, con tanto di bracciale elettronico. È l'occasione per gli inquirenti di controllarlo a distanza, con il supporto di microspie e cimici. Ecco che gli inquirenti lo sentono parlare al telefono, intento nell'organizzazione di operazioni criminali - tra quelle contestate, omicidi, rapine e raid terroristici volti a soppiantare l'ordine politico turco -, oggi al centro del provvedimento di fermo.

Successivamente Boyun è vittima di un attentato a colpi di arma da fuoco sotto la propria abitazione, in Calabria. Sopravvissuto, nelle ore seguenti, verrà nuovamente intercettato: attribuisce la matrice dell'agguato appena subito a un sicario turco, a suo dire, criminale armato da Ankara. Il 40enne giura così vendetta: organizza - sempre a distanza - un commando, che però viene fermato dalla polizia turca. Seguono gambizzazioni e un omicidio a Berlino, dietro ai quali si sospetta la regia dello stesso pericoloso uomo.

Si arriva così all'operazione in corso oggi, 22 maggio. Tra le 19 persone oggetto delle «misure cautelari», almeno uno di loro sarebbe italiano e il resto avrebbe nazionalità turca, incluso un interprete.

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