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ITALIASciame sismico ai Campi Flegrei: «Ci saranno altre scosse»

22.05.24 - 06:30
Un terremoto di magnitudo 4.4 ha risvegliato la paura nelle periferie di Napoli. Il vulcanologo Sandro de Vita ci spiega cosa è successo.
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Sciame sismico ai Campi Flegrei: «Ci saranno altre scosse»
Un terremoto di magnitudo 4.4 ha risvegliato la paura nelle periferie di Napoli. Il vulcanologo Sandro de Vita ci spiega cosa è successo.

NAPOLI - Notte di paura a Napoli. Lunedì sera, 20 maggio, alle 20.10, una scossa di magnitudo 4.4 ha colpito i Campi Flegrei. Si tratta del sisma più forte registrato negli ultimi 40 anni. In poche ore si sono susseguite oltre 150 scosse sismiche. Centinaia di persone sono corse in strada e molti edifici sono stati evacuati per ragioni di sicurezza. Le scuole di due municipalità in periferia di Napoli sono rimaste chiuse. Nessun ferito, ma un grosso spavento. «L’epicentro è stato registrato a Pozzuoli, un’area compresa nell’attuale fenomeno del bradisismo. Il terremoto della scorsa notte si inquadra nell'ambito di una dinamica che caratterizza il territorio ormai dal 2005», ci ha spiegato Sandro de Vita, primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia della sezione di Napoli Osservatorio.

Niente di nuovo (o quasi) - De Vita cerca di ridimensionare quanto accaduto la scorsa notte. La paura legittima degli abitanti partenopei non deve influire sulla valutazione di un evento non nuovo agli esperti. «È un fenomeno connesso con una sorgente magmatica profonda che trasferisce calore e fluidi in superficie, i quali contribuiscono a mandare in sovrappressione il sistema che si deforma».

Deformazioni che generano a loro volta altri movimenti sismici. «Questi terremoti sono di energia normalmente compresa tra quelle che abbiamo registrato finora, con i massimi raggiunti a settembre scorso con il 4.2 e questa ultima che c'è stata di 4.4».

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Decine di scosse indipendenti - L'intensità registrata lunedì notte non ha sorpreso il vulcanologo italiano. «Fenomeni di questo tipo possono raggiungere magnitudo significative. Anzi, i numeri registrati fino a questo momento potrebbero anche aumentare, senza ovviamente eguagliare i valori dei terremoti di origine tettonica che sono frequenti sull'appennino».

In questi casi si parla di «sciami sismici perché sono connessi con le deformazioni indotte dalla propagazione dei fluidi nel sistema geotermico». Fratturazioni che poi continuano nel tempo generando una serie di altre scosse. «Sono tutte scosse più o meno indipendenti, legate da una sorgente comune che non genera terremoti necessariamente legati l'uno all'altro. Ognuno può avere la sua storia, anche se si verificano in rapida sequenza». 

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I possibili scenari - L'allarme non rientrerà a breve. La situazione rischia di perdurare ancora nel tempo. «Quello che ci aspettiamo è che questa situazione continui come sta facendo ormai da parecchi anni. È lecito aspettarsi che ci saranno altre scosse simili a quelle che ci sono state lunedì sera».

Una situazione monitorata costantemente 24 ore su 24. «Non guardiamo solamente l'attività sismica, ma controlliamo una serie di altri parametri che possono fornire informazioni su quello che potrebbe essere il caso peggiore: cioè la ripresa di un'eventuale attività eruttiva». Per capire come evolve la situazione è stata sviluppata sul territorio una rete per misurare diversi parametri sia chimici che fisici. «Oltre all'attività sismica, monitoriamo costantemente la deformazione del suolo, sia in termini di velocità di sollevamento che di distribuzione spaziale».

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L'intensità oscilla negli anni - La crisi bradisismica continua da anni, non è stata registrata però una tendenza all'aumento dell'intensità. «Piuttosto notiamo un’oscillazione. È un fenomeno che procede in modo oscillante». Fasi di maggiore attività si alternano con altre in cui l'intensità diminuisce. «Periodicamente varia sia la velocità di deformazione del suolo che l'attività. Non stiamo osservando nessuna variazione significativa sui parametri geochimici. Questo ci permette di esprimerci sulla possibilità, anzi, sulla non possibilità che in tempi brevi possa esserci un'eruzione vulcanica».

La disinformazione - Negli scorsi mesi, un documentario è finito sul banco degli imputati per aver dipinto una situazione nei Campi Flegrei quasi apocalittica. «Ci hanno creato un grosso problema, ci sono state anche delle azioni legali per bloccare questi video», ha confermato l'esperto. «È un documentario basato su ricerche scientifiche che parlano dell'attività del vulcano alle sue origini, cioè quarantamila anni fa. Si tratta di situazioni assolutamente non paragonabili a quelle attuali e che non forniscono alcuna informazione sulla situazione odierna. Sono state diffuse una serie di informazioni errate riferite al periodo attuale, anche manipolando un po' di interviste che erano state fatte a personaggi di rilievo internazionale, favorendo un messaggio chiaramente allarmante».

Da qui la necessità di trasmettere informazioni corrette alla popolazione. «Durante questa crisi bradisismica, le maggiori difficoltà derivano dalla disinformazione e dalla diffusione di informazioni errate, più che dalla crisi stessa».

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