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La popolazione è scesa in strada nel nord del Paese per protestare contro una restrittiva riforma costituzionale promossa dal governatore.
BUENOS AIRES - È di oltre 170 feriti e 68 arrestati il bilancio di uno scontro ieri a San Salvador de Jujuy, capoluogo della omonima provincia settentrionale argentina, fra le forze di polizia e dimostranti scesi in piazza contro una restrittiva riforma costituzionale promossa dal governatore, Gerardo Morales.
Secondo l'agenzia di stampa statale Telam, «la repressione della polizia è durata quattro ore» durante cui gli agenti hanno sparato proiettili di gomma e usato gas lacrimogeni per rispondere a lanci di pietre e bloccare la marcia dei manifestanti diretti alla sede del Parlamento provinciale che aveva «approvato il discusso provvedimento che limita alcune fondamentali libertà costituzionali».
Gli scontri, aggiunge l'agenzia, si sono poi generalizzati all'intera città, con l'intervento anche di membri del Gruppo speciale motorizzato della polizia locale, mentre si sono moltiplicati incendi di auto e blocchi stradali creati dai movimenti che hanno animato la protesta.
La tensione si è trasferita rapidamente a livello politico nazionale con il presidente peronista Alberto Fernández e la governativa Unión por la Patria che hanno chiesto al governatore Morales di mettere fine alla repressione, mentre l'opposizione di centro-destra di Juntos por el Cambio ha sostenuto le ragioni delle autorità provinciali e accusato il "kirchnerismo" (la componente di sinistra del governo centrale guidata da Cristina Fernández de Kirchner) di avere promosso le proteste.
