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«Una secca virata a destra, poi la caduta in picchiata»

L'esperto di aeronautica Andrea Artoni sulla dinamica dello schianto aereo nel Milanese: «Una manovra che non ha senso».
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«Una secca virata a destra, poi la caduta in picchiata»
L'esperto di aeronautica Andrea Artoni sulla dinamica dello schianto aereo nel Milanese: «Una manovra che non ha senso».
Quindi un commento sul velivolo precipitato: «Un aereo costruito da un'azienda serissima, molto ricercato per le sue caratteristiche».
MILANO - «È partito da Linate per seguire la traiettoria verso Voghera e poi Olbia. Come da programma. Però qualcosa è andato storto, come si evince da Flightradar24, che offre il tracciamento dei voli in tempo reale»...

MILANO - «È partito da Linate per seguire la traiettoria verso Voghera e poi Olbia. Come da programma. Però qualcosa è andato storto, come si evince da Flightradar24, che offre il tracciamento dei voli in tempo reale». A parlare è Andrea Artoni, esperto di aviazione, ex capo della torre di Linate, con un solido background in ingegneria aeronautica.

Il Pc-12 schiantatosi in quel di San Donato Milanese, poco dopo le 13 di oggi, ha infatti effettuato «una secca virata a destra - sottolinea Artoni -. Una manovra, questa, che non ha nessun senso. A quel punto la sua velocità di salita è cessata di colpo e pochissimi istanti dopo c'è stato l'impatto con il suolo». L'aereo da turismo era appena decollato, ma non ha mai raggiunto la quota: «Era a circa 4 mila piedi, si è schiantato al suolo in una ventina di secondi, a 14 mila piedi al minuto», aggiunge.

Restano ora da chiarire le cause di questa tragedia, nella quale sono morte 8 persone, tra cui un bimbo. Artoni prova a ipotizzarne le più plausibili: «È da vedere se si è trattato di imperizia o del malfunzionamento degli impianti di bordo. Ma può darsi vi sia stato uno spostamento del baricentro dovuto al sovraccarico del velivolo, o al movimento improvviso delle persone a bordo. Questa, ad esempio, era una delle ipotesi dello schianto dello Ju-52, precipitato nel 2018 nei Grigioni», prosegue.

Sul motore in fiamme, notato da alcuni testimoni, Artoni sottolinea: «In casi come questi ci sono sempre persone che vedono motori in fiamme, o che sentono rumori anomali. Che ci possa essere stato un problema con il motore è plausibile, ma in questo caso il pilota avrebbe avuto tutto il tempo per comunicare con il Centro di controllo e chiedere un rientro in emergenza. La quota per rientrare a Linate c'era».

Secondo l'esperto in ingegneria aeronautica, inoltre, il Pilatus precipitato è «tutt'altro che un aeroplanino». «Si tratta di una macchina da sei tonnellate con un motore da 1200 cavalli, fabbricato a Stans da una ditta serissima - conclude -. Certo, bisogna vedere come era tenuto, ma trattasi di un aereo molto ricercato, in grado di atterrare anche su piste sterrate».

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