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Un falso avviso sul coronavirus per incastrare gli spacciatori

Un post della polizia di Merrill fa discutere. Ma il Dipartimento si difende: «Valeva la pena fare un tentativo»
Depositphotos (archivio)
Un falso avviso sul coronavirus per incastrare gli spacciatori
Un post della polizia di Merrill fa discutere. Ma il Dipartimento si difende: «Valeva la pena fare un tentativo»
MERRILL - MERRILL - Il contagio da coronavirus inizia a preoccupare anche gli Stati Uniti, che durante lo scorso fine settimana hanno registrato il primo decesso causato da Covid-19. Facendo affidamento sulla forte attenzione mediatica, alcuni dipart...

MERRILL - MERRILL - Il contagio da coronavirus inizia a preoccupare anche gli Stati Uniti, che durante lo scorso fine settimana hanno registrato il primo decesso causato da Covid-19. Facendo affidamento sulla forte attenzione mediatica, alcuni dipartimenti di polizia hanno deciso di sfruttarla pubblicando in rete falsi avvisi che parlano di droghe contaminate dal virus, con l’obiettivo di fare qualche arresto in più.

«Se avete recentemente acquistato della metanfetamina, questa potrebbe essere contaminata con il coronavirus. Vi invitiamo a testarla gratuitamente presso il dipartimento. Se non vi sentite a vostro agio nei nostri uffici, potete richiedere che un agente faccia una verifica direttamente a casa vostra. Fate girare la voce! Siamo qui per voi!», si legge in un post della Polizia di Merrill, nel Wisconsin.

Reazioni miste - L’iniziativa ha strappato diverse risate sulla pagina Facebook del dipartimento. Qualcuno però ha criticato il post della polizia, disapprovando il fatto di ironizzare (e pubblicare delle false informazioni) sia su una situazione che sta creando grande preoccupazione, quanto sul tema sempre delicato delle dipendenze.

Alla luce dei feedback ricevuti sull’arco di 24 ore, il dipartimento di Merrill ha aggiornato la propria comunicazione su Facebook, spiegando il perché di una scelta così insolita. «Ci sono capitate persone che hanno denunciato il furto di droghe. Persone truffate durante l’acquisto di sostanze stupefacenti. Gente che si è vista vendere sostanze simile a droghe spacciate per tali», si legge nel post. Tattiche simili hanno funzionato in passato, ha confermato il Dipartimento per cui «per quanto improbabile, valeva la pena fare un tentativo».

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