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FILIPPINE / SVIZZERAQuando il turismo è insostenibile: «Meglio visitare altri posti»

06.04.18 - 06:00
Isole e spiagge chiudono per i troppi visitatori. L'esperto dell'Usi: «In Svizzera, al momento, non c'è alcun allarme»
Keystone
Quando il turismo è insostenibile: «Meglio visitare altri posti»
Isole e spiagge chiudono per i troppi visitatori. L'esperto dell'Usi: «In Svizzera, al momento, non c'è alcun allarme»

MANILA / LUGANO - Ci sono troppi turisti e le spiagge paradisiache del sudest asiatico chiudono. Succede nelle Filippine, dove il presidente Rodrigo Duterte ha annunciato la chiusura della celebre isola di Boracay per sei mesi definendola «una fogna a cielo aperto». E succede in Thailandia, dove le autorità hanno decretato come temporaneamente off-limits la spiaggia di Maya Bay, resa famosa dal film con Leonardo DiCaprio "The Beach".

Ne abbiamo parlato con Lorenzo Cantoni, professore all’USI, dove è responsabile della cattedra UNESCO in tecnologie dell’informazione e della comunicazione per lo sviluppo e la promozione del turismo sostenibile nei Siti del patrimonio mondiale.    

Signor Cantoni, quali sono i siti turistici più a rischio nel mondo?

È difficile fare un elenco esaustivo. Alcuni esempi sono Machu Picchu in Perù, o Angkor in Cambogia. In Europa possiamo citare Venezia, Amsterdam o Barcellona, città che hanno cominciato a riflettere molto seriamente sugli effetti negativi di un turismo eccessivo.

Quando il turismo diventa insostenibile?

Dobbiamo considerare almeno tre aspetti. 1. Quello ecologico: soprattutto nelle riserve naturali, troppi visitatori possono mettere a rischio la conservazione delle specie. Inoltre, sono da prendere in considerazione anche l’uso dell’acqua e dell’energia nel settore alberghiero o dei carburanti in quello dei trasporti. 2. Quello economico: se non si attraggono turisti che spendano, il rischio è che i costi generati non siano bilanciati da (giusti) guadagni per chi opera nel settore e per il resto della comunità locale. 3. Quello sociale: anche se la comunità che vive nella destinazione percepisce i turisti come “troppi” o “troppo invadenti” e non vede un vantaggio nell’accoglierli il turismo diventa “insostenibile”.

Il problema è l’eccessivo afflusso di persone o una sua cattiva gestione?

Entrambi. Nei posti dove si è a lungo lavorato con un approccio semplicistico (“Più turisti vengono meglio è”) si stanno sperimentando effetti problematici. È necessario avere un approccio più avveduto e strategico, che consideri attentamente tutte e tre le dimensioni della sostenibilità già citate: ecologica, economica e socio-culturale. Una crescita non ben gestita può esporre la destinazione sia a soffrire di "overtourism" sia a diventare un luogo desolato quando i flussi, sempre più volatili, si orientano altrove. Un tema simile è stato per esempio affrontato anche in Svizzera quando si è votato sulle case secondarie.

Che cosa deve fare il turista responsabile? Evitare di andare nei posti che sono troppo sotto pressione?

È sicuramente un’attenzione da avere. Si possono visitare altri siti o pianificare la visita nei periodi di bassa stagione. Ciascuno di noi può inoltre considerare  la dimensione ecologica con comportamenti che riducano la pressione ambientale; quella economica cercando per esempio di acquistare prodotti locali; quella sociale rispettando le usanze e le credenze del posto.

Chiusure, numero chiuso, tassa d’ingresso, permessi: come si risolve il problema?

Tutte queste misure possono aiutare. Si può poi cercare di ampliare le aree visitate dai turisti, così da includere destinazioni meno frequentate. Oppure si può cercare di ottimizzare i flussi, così da distribuire meglio i turisti nello spazio e nel tempo. Anche le tecnologie digitali, infine, possono contribuire: possono aiutare a pianificare la visita in modo da ridurre le code o indicare quando un sito ha raggiunto l’occupazione massima possibile.

La Svizzera è sempre più spesso meta di turismo di massa dall’oriente: ci sono delle aree particolarmente a rischio?

In generale possiamo dire che la Svizzera è tra i paesi che hanno una migliore e più lungimirante gestione turistica. Credo anche grazie alla democrazia diretta, che protegge rispetto a politiche turistiche calate dall’alto su di una popolazione che non le vuole o non le capisce. Certamente si tratta di prepararsi a flussi turistici diversi, soprattutto provenienti dall’est, e di assicurarsi che questo non vada a detrimento della sostenibilità intesa in senso ampio, come ho suggerito prima. Ma non credo che ci sia, ad ora, alcun allarme.

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COMMENTI
 

F.Netri 5 anni fa su tio
Cattedra UNESCO in tecnologie dell’informazione e della comunicazione per lo sviluppo e la promozione del turismo sostenibile nei Siti del patrimonio mondiale?????? Che diavolo di cattedra sarebbe, questa qua???

tip75 5 anni fa su tio
uno per venire da noi deve avere i soldi...per strapagare
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