Secondo i leader islamici la lingua di Shakespeare spianerebbe la via ad un'invasione culturale
TEHERAN - L'Iran ha messo al bando la lingua inglese nelle scuole primarie dopo il monito lanciato da leader islamici secondo i quali l'insegnamento precoce di questa lingua spiana la via «a un'invasione culturale» occidentale.
Lo scrivono i media inglesi citando un discorso televisivo di Mehdi Navid-Adham, capo dell'alto consiglio per l'educazione in Iran.
«Insegnare l'inglese nelle scuole primarie governative e non governative è contro le leggi e le regole - ha detto Mehdi Navid-Adham - Il presupposto è che nell'istruzione primaria degli studenti siano poste le basi della cultura iraniana».
In Iran l'insegnamento dell'inglese di norma comincia nella scuola secondaria, a 12-14 anni, ma alcune scuole primarie mettono in programma l'inglese anche prima. Inoltre alcuni bambini lo studiano in orario post-scolastico mentre i figli delle famiglie più ricche lo studiano nelle scuole private.
I leader islamici hanno spesso lanciato moniti sul pericolo di una «invasione culturale». L'ayatollah Alì Khamenei aveva definito l'insegnamento dell'inglese un "oltraggio" già nel 2016.