A pochi gironi dal suo live-show, Cristina D'Avena si racconta: «Ho dovuto sacrificare gli amici e un po' della mia fanciullezza»
BELLINZONA - 60 anni compiuti lo scorso 6 luglio e oltre 40 anni di successi, da Occhi di gatto a Sailor Moon, passando per Pollon, Kiss me Licia, i Puffi e a Mila e Shiro. Lei è la regina incontrastata delle sigle dei cartoon: Cristina D'Avena, in concerto all’Espocentro di Bellinzona domenica 22 settembre. L'occasione è quella del Japan Matsuri che quest'anno celebra i 40 anni di Kimagure Orange Road, ovvero la celebre serie di È quasi magia Johnny. E dopo il live-show, dalle 16, l'artista bolognese incontrerà il pubblico in una speciale sessione di foto e autografi.
Cristina, insieme ad Akemi Takada, character designer tra gli altri di Lamù, quasi magia Johnny e L’incantevole Creamy, parteciperai alla kermesse dedicata alla cultura giapponese.
«Sono l'ospite d'onore e porterò tutti i brani che il pubblico mi chiede, incluso l'ultima sigla del nuovo cartone educativo che si intitola "C'erano una volta gli oggetti", dove il protagonista è il maestro di "Siamo fatti così". Ci divertiremo molto»
Sei "la voce" delle sigle dei bambini, questa cosa nell'ambiente crea invidia?
«Diciamo che io faccio parte di una categoria diversa, perché canto le sigle di cartoni e non canzoni pop; sto nel mio, come si suol dire. Con Alessandra Valeri Manera (paroliera, autrice e produttrice televisiva, Ndr), che ci ha lasciato da pochi mesi, abbiamo portato tanta musica nuova, colore e felicità in questo mondo: è ovvio che un po' di invidia e gelosia ci sono state, ci rimani male, ma vai avanti».
Il successo ti ha tolto qualcosa?
«Ho iniziato a 16 anni con le sigle come lavoro, è normale che ho dovuto sacrificare amici e un po' della mia fanciullezza perché ero impegnata. Ma lo facevo con amore ed entusiasmo e le amicizie le ho portate avanti lo stesso. Rifarei tutto altre migliaia di volte».
Oggi rispetto al passato i cartoon sono diversi.
«Sicuramente, una volta le storie erano molto più lente, sofferte, drammatiche e succedeva di tutto in famiglia. Ora ci sono episodi molto più veloci; alcuni altrettanto carini, altri meno. È cambiata la stesura e i tratti dei personaggi: succedono più cose e più in fretta».
Cartoni come Lady Oscar - nata donna ma cresciuta dal padre come uomo - hanno introdotto il tema del genere.
«È un cartone interessante, molto avanti e nessuno si è scandalizzato».
Ma come Lady Oscar, hai trovato il tuo Andrè?
«Sì, André ce l'ho, e anche bello: sono innamoratissima. Ovviamente sono molto riservata, ma ce l'ho».
E come reagisci ai commenti piccanti quando giochi sui social con immagini sexy?
«Mi diverte, ma fino a un certo punto e quando si va oltre, certo, chiedo contegno. Però fa parte del gioco, se metti una foto ti devi aspettare di tutto».
Cartone preferito?
«Kiss me Licia».
Dove, nella successiva serie tv, hai interpretato Licia.
«Bellissima esperienza, ho imparato tante cose. Sono stata benissimo, ho lavorato tantissimo con successi pazzeschi. Lavoravo dalla mattina alla notte ma mi piaceva farlo e lo rifarei ancora».
Per Mediaset, creatura di Silvio Berlusconi, sei da sempre il riferimento del pubblico junior. «Da piccola il Cavaliere l'ho incontrato più volte, sempre gentilissimo con me, come con Alessandra Valeri Manera che era il produttore di "Bim Bum Bam", dei telefilm e ha scritto tutte le sigle. Insomma tra Alessandra e lui il rapporto era molto importante e di riflesso con me, che ero l'artista, Berlusconi era carino e mi dava consigli. Con lui ho sempre avuto un bellissimo rapporto».