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TICINOCaro benzina: prima il pieno e poi la fuga

17.10.08 - 09:08
Il pieno di benzina è diventato sensibilmente più caro e per risparmiare quei 100 franchi c’è chi prova a fare il furbo scappando dalla stazione di servizio senza pagare. Ma non è facile passarla liscia, dato che ormai tutti i distributori sono video sorvegliati.
Ti Press/Gabriele Putzu
Caro benzina: prima il pieno e poi la fuga
Il pieno di benzina è diventato sensibilmente più caro e per risparmiare quei 100 franchi c’è chi prova a fare il furbo scappando dalla stazione di servizio senza pagare. Ma non è facile passarla liscia, dato che ormai tutti i distributori sono video sorvegliati.

BELLINZONA - “Mi sono dimenticato”, “Ero sovrappensiero e mi è sfuggito di mente”. Sono queste in genere le scuse - accompagnate da tanti “mi dispiace” e “sono veramente desolato” - che i conducenti ‘distratti’ adducono quando vengono colti in flagrante mentre cercano di svignarsela senza pagare dopo aver fatto il pieno di benzina. Sono stati segnalati alcuni casi in Ticino, da parte di testimoni che hanno visto commesse correre trafelate fuori dal negozio per cercare di fermare un automobilista che voleva fare il furbo, o da parte degli addetti ai lavori stessi che però tengono a precisare che si tratta di episodi relativamente isolati. Con il caro benzina non c’è stata quindi un’impennata di persone che si servono di questo sistema per risparmiare sul carburante.

“Ci capita più o meno una volta al mese” ci racconta Antonietta, commessa di una stazione di servizio di Loreto. “Se ce ne accorgiamo subito, usciamo di corsa e cerchiamo di raggiungere il furbetto al semaforo. Comunque qui è tutto video sorvegliato per cui si può ricontrollare il nastro e individuare l’auto che è scappata”. Il controllo però, ci spiega ancora la commessa, può essere fatto solo al termine dell’orario di lavoro, “perché durante la giornata è impossibile”. “Una volta che li becchiamo, di solito raccontano di essersi dimenticati di pagare per distrazione, però io non credo che sia sempre così. Secondo me qualcuno ci prova sperando di passarla liscia”.

In ogni caso, come hanno sottolineato Marco Sofi della Centonze e Rocco Cattaneo della City Carburoil, non c’è nessun tipo di allarme. Entrambi hanno rilevato che il sistema della video sorveglianza è un ottimo deterrente per chi vuole fare il furbo e infatti il sistema è servito a limitare ulteriormente il fenomeno.  Ma come detto non sempre i clienti scappano per furbizia. “Ogni tanto si tratta di banale dimenticanza. In quei casi dal numero di targa (ripreso dalla videocamera) si può risalire facilmente al nome del conducente e nel 90% dei casi viene recuperato il credito. ci dicono Marco Sofi della Centonze e Roccop Cattaneo della City Carburoil .

Tutto molto semplice, ma solo finché si tratta di auto immatricolate in Svizzera. Per le auto con targa straniera invece la procedura si complica e diventa praticamente impossibile recuperare il denaro. Infatti, se da noi i dati delle targhe sono pubblici, in Italia (per fare un esempio) non è così e quindi per risalire al proprietario di un’auto sorpresa a scappare, bisogna sporgere denuncia in polizia. “Però il problema è che l’importo non è tale da indurci ad avviare una procedura esecutiva – ci spiega Marco Sofi - perché per recuperare un massimo di 100 franchi – cioè in media il pieno di una vettura quando i prezzi erano alle stelle – non ne vale la pena”.

“Nel 90% dei casi - ci assicurano Sofi e Cattaneo - riusciamo a recuperare quanto dovuto”. Di statistiche vere e proprie per stabilire la portata del fenomeno non ce ne sono, ma stando ai distributori di benzina che abbiamo consultati si verifica in media un episodio al mese. “Per le aree di servizio poste lungo l’autostrada, sono più spesso gli stranieri a tentare il colpo” fa notare Cattaneo.

Si potrebbe considerare l’ipotesi d’introdurre in tutte le pompe di benzina il sistema di self service, prima paghi e poi fai benzina? Centonze e City Carburoil sono categorici su questo aspetto: “Si potrebbe fare, ma attualmente il  fenomeno non è assolutamente tale da dover ricorrere ad un sistema del genere”.

Foto d'apertura: Ti Press/Gabriele Putzu

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