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Odio in rete, ma quanto è diffuso?

La consigliera nazionale ticinese Greta Gysin vuole che il problema sia preso in analisi.
Tipress
Greta Gysin, consigliera nazionale (Verdi/TI)
Odio in rete, ma quanto è diffuso?
La consigliera nazionale ticinese Greta Gysin vuole che il problema sia preso in analisi.
Il Consiglio federale propone di accettare il postulato.
BELLINZONA/BERNA - Tre interpellanze e un postulato. E tutto sulla violenza in rete. È quanto fatto negli ultimi mesi dalla consigliera nazionale ticinese Greta Gysin (Verdi). L'idea è di studiare come prevenire il fenomeno, capire chi ...

BELLINZONA/BERNA - Tre interpellanze e un postulato. E tutto sulla violenza in rete. È quanto fatto negli ultimi mesi dalla consigliera nazionale ticinese Greta Gysin (Verdi). L'idea è di studiare come prevenire il fenomeno, capire chi dovrebbe intervenire per regolarlo e vagliare la necessità di adeguare la legislazione in materia. E il Consiglio federale, comunicano oggi i Verdi del Ticino, si è detto favorevole, proponendo di accettare il postulato.

«La violenza in rete ferisce e infierisce, senza avviso e spesso senza neanche un motivo», sottolinea Gysin. «La violenza virtuale può ferire seriamente e avere strascichi anche a distanza di anni. Perché la rete non dimentica, e perché sui motori di ricerca o tra i contenuti suggeriti dagli algoritmi, possono riapparire anche a distanza di anni profili o post che riaprono ferite».

Vari indicatori lasciano intuire che la violenza in rete è in crescita sia nelle forme che nella diffusione, evidenzia Gysin, «ma mancano ad oggi statistiche ufficiali e affidabili».

Il Consiglio federale propone di accogliere il postulato, chiamando alla responsabilità anche le principali piattaforme di social media, come Facebook, Instagram, Twitter e Youtube. Queste piattaforme dovranno rispondere alle autorità riguardo il numero di casi che violano le condizioni d’uso e che sono potenzialmente rilevanti in materia di diritto penale.

 

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