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CANTONEQuelle centinaia di vittime ticinesi di violenza che chiedono aiuto: «Liberatevi dal silenzio»

21.05.24 - 06:30
I dati del LAV relativi al 2023: numeri in crescita rispetto al 2022. Finzi: «La violenza pesa come un macigno».
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Quelle centinaia di vittime ticinesi di violenza che chiedono aiuto: «Liberatevi dal silenzio»
I dati del LAV relativi al 2023: numeri in crescita rispetto al 2022. Finzi: «La violenza pesa come un macigno».

BELLINZONA - «Non è facile, ma ogni violenza ha la sua via di uscita».

Le parole di Cristiana Finzi, delegata per l’aiuto alle vittime di reati, sono un messaggio di conforto e speranza pensato per chi subisce violenze e sta cercando, con fatica e coraggio, di compiere quel passo decisivo per «liberarsi dal silenzio» e chiedere aiuto. Del resto, aumentano sempre più le consulenze registrate dal Servizio per l’aiuto alle vittime di reati (LAV). 

I dati - Nel 2023, sono state 677 le consulenze: i dati sono in crescita rispetto al 2022, quando erano 552. L’80% sono donne, nel 40% i casi riguardano la violenza domestica e le persone adulte. Sei volte su dieci è la vittima che si rivolge direttamente al LAV.

Spazio di ascolto - «Il consultorio, presente in ogni Cantone, esiste da quando è entrata in vigore nel 1993 la legge federale concernente l’aiuto alle vittime - spiega Finzi - L’obiettivo principale prima di accompagnare la persona vittima nel percorso penale o verso altri servizi, è garantirle uno spazio di ascolto garante della confidenzialità e dell’anonimato: è un servizio gratuito». La legge a sostegno delle vittime è stata creata per riequilibrare il processo penale, dove precedentemente l’attenzione era focalizzata quasi esclusivamente sull’autore del reato mentre la vittima, oltre a sopportare il danno, veniva spesso trascurata e marginalizzata. «La persona vittima - continua - si può rivolgere a noi in qualsiasi momento necessita di una consulenza rispetto a una situazione di violenza».

«La violenza pesa come un macigno» - È importante sapere che la Svizzera ha ratificato nel 2018 la convenzione di Istanbul, cui è seguito nel 2021 un piano d’azione cantonale, sviluppato su quattro assi: prevenzione, protezione, perseguimento e politiche coordinate. Chi desidera può cercare supporto nei consultori presenti nei cantoni limitrofi, superando così le eventuali remore nel contattare un servizio vicino a casa. «Per noi è fondamentale ascoltare chi abbiamo di fronte e capire quali siano i suoi bisogni. Spesso chi viene da noi vuole principalmente essere ascoltato e creduto: le vittime di violenza portano spesso pesanti segreti con sè».

Riflettere sui bisogni - Il LAV «offre uno spazio di ascolto non giudicante e aiuta la persona vittima a riflettere sui suoi bisogni: c’è chi vuole denunciare o capire meglio come tutelarsi. Ad altri, invece, serve un sostegno psicologico o una “consulenza giuridica”. Molto importante è il lavoro di rete con le istituzioni e i servizi presenti sul territorio».

«La violenza è subdola» - Ci sono persone che necessitano di una protezione immediata, magari perché hanno ricevuto delle minacce di morte o possono essere in pericolo: «In questi casi, collaboriamo con due case protette, una nel Sottoceneri e un’altra nel Sopraceneri. Ogni storia è unica: nella nostra società, la violenza è sempre presente, anche in maniera strisciante, subdola, specie nelle relazioni. Inoltre, c’è maggiore attenzione sull’argomento. Le persone sono più propense a chiedere aiuto».

«Anche se non è facile - conclude Finzi – ogni violenza ha una sua via di uscita. L’importante è liberarsi dal silenzio».

In Ticino il Servizio per l'aiuto alle vittime di reati (Servizio LAV) è distribuito su tre sedi regionali: Bellinzona e Valli, Locarno e Valli, Lugano e Mendrisio. L'aiuto è garantito indistintamente a donne, uomini, bambini e giovani, indipendentemente dal domicilio e dalla nazionalità. Possono rivolgersi al Servizio LAV anche le persone che non sono in possesso di un permesso di soggiorno (il reato deve essere avvenuto in Svizzera). Riservatezza e anonimato sono garantiti. Gli operatori sociali sottostanno all’obbligo del segreto.
Il numero di telefono gratuito: 0800.866.866.

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