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Appesi a un filo di gas italiano

Il Ticino è alimentato con il gas che arriva dall'Italia. In caso di penuria sul suolo italiano però che accadrebbe?
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Appesi a un filo di gas italiano
Il Ticino è alimentato con il gas che arriva dall'Italia. In caso di penuria sul suolo italiano però che accadrebbe?
Le Aziende Industriali di Lugano non nascondono i loro timori e li girano al Consiglio federale
LUGANO - Si guarda al gas del vicino, che non è vero sia sempre più verde, anzi a volte tende al rosso quando va in riserva e rischia di rimanere a corto.  Così le Aziende Industriali Luganesi - fiutando i venti di crisi del...

LUGANO - Si guarda al gas del vicino, che non è vero sia sempre più verde, anzi a volte tende al rosso quando va in riserva e rischia di rimanere a corto.  Così le Aziende Industriali Luganesi - fiutando i venti di crisi del combustibile che soffieranno con la fine dell'estate e preoccupate dell'eventuale carenza che potrebbe manifestarsi in pieno inverno - scrivono al Consiglio federale, informando però anche il Consiglio di Stato del Cantone Ticino e la Deputazione Ticinese alle Camere federali.

Per dire cosa? Sostanzialmente per ricordare loro che l'azienda (come riferito nei giorni scorsi da tio.ch) ha ottemperato a tutti gli obblighi indicati, stoccando anche «su territorio italiano il volume di gas richiestole e sottoscrivendo diritti d'opzione per la fornitura di volumi supplementari di gas non di provenienza russa, nel caso di limitazione o d'interruzione dei flussi da questo Paese».

Ma anche per far presente un dettaglio, nemmeno tanto trascurabile: «la possibilità di usufruire effettivamente di questi volumi di gas - scrivono in una nota diffusa a mezzo stampa - è però dipendente dalla disponibilità dell'Italia di continuare a lasciarli transitare verso il nostro Paese anche nel caso di grave penuria su suolo italiano».

Insomma, se in Italia il combustibile per uso domestico e non solo cominciasse a scarseggiare, nelle condotte che passano il confine continuerà a scorrere lo stesso fiume di gas?

È questo l'enigma da sciogliere che AIL ha girato a Berna e alle altre istituzioni deputate. La rete del gas ticinese è collegata ed esclusivamente alimentata dall'Italia e non è interconnessa a quella del resto del Paese, che può godere di diversi punti di alimentazione con Francia, Germania e Austria. 

La missiva fa seguito anche alle discussioni intrattenute in seno alle diverse task forces istituite a livello federale.

«La garanzia di potere continuare ad accedere alle reti di trasporto dei Paesi limitrofi è una premessa indispensabile per non vanificare gli importanti sforzi anche di natura finanziaria, sin qui fatti dalle aziende regionali svizzere del gas» fanno sapere da AIL. Come dire: avanti in sede diplomatica per farsi dare rassicurazioni dal Governo italiano che i rubinetti di frontiera rimarranno aperti e soprattutto non a secco.

 

 

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