«Abbiamo i salari più bassi e l'occupazione non cresce»

Dumping e non solo. L'Ocst commenta l'ultimo rapporto sulla libera circolazione della Seco.
Un'osservazione particolare viene fatta riguardo il settore dell'IT: «Qui c'è la differenza salariale più marcata con il resto della Svizzera».
Dumping e non solo. L'Ocst commenta l'ultimo rapporto sulla libera circolazione della Seco.
Un'osservazione particolare viene fatta riguardo il settore dell'IT: «Qui c'è la differenza salariale più marcata con il resto della Svizzera».
LUGANO - Sulla Libera circolazione urge un occhio attento. Specie riguardo ai gap salariali che va a creare. Il tema non è nuovo, ma riportarlo d'attualità è il 18esimo rapporto dell’Osservatorio sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’UE della Seco, presentato oggi.
«Occorre monitorare il mercato» - «Per quel che riguarda il nostro cantone si segnala, ora finalmente senza giri di parole, che è necessario monitorare il mercato del lavoro e l’evoluzione dei livelli salariali», sottolinea il sindacato Ocst offrendo così un primo parere sul documento della Seco.
«Salari più bassi» - «Il Ticino infatti ospita una quota di lavoratori frontalieri del 30,9% in continua crescita, che percepiscono salari notevolmente più bassi della media. Per contro, il tasso di partecipazione al mercato del lavoro dei residenti, si legge nel rapporto, non è cresciuto negli ultimi cinque anni e i salari sono i più bassi della Svizzera», continua l'Ocst.
Il problema dell'IT - Il documento contiene in particolare un’interessante analisi sul settore dell’IT. A questa, il sindacato aggiunge un’osservazione: «Questo ambito del terziario, è proprio uno di quelli in cui nel nostro cantone le lavoratrici e i lavoratori subiscono una differenza salariale più marcata rispetto al resto del Paese che supera addirittura il 30%. Questa differenza, come spesso segnaliamo, è molto più lieve nei settori nei quali sono attivi dei contratti collettivi».





Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!