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LUGANO

Botta smonta le torri del Polo sportivo

L’architetto critica il trasferimento degli uffici a Cornaredo: «Lo trovo fondamentalmente sbagliato»
Tipress
L'architetto Mario Botta
Botta smonta le torri del Polo sportivo
L’architetto critica il trasferimento degli uffici a Cornaredo: «Lo trovo fondamentalmente sbagliato»
Positivo nel complesso il giudizio sul progetto vincitore, ma... «Penso si a meglio alimentare, anche con l'attività dei servizi, quello che resta del centro storico»

Le torri della discordia

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.
LUGANO - È una demolizione preventiva e a parole. Di quelle per cui non serve né domanda di costruzione né perizia sull’amianto. Eppure fa rumore il giudizio espresso stamattina dall’archistar Mario Botta ospite di R...

LUGANO - È una demolizione preventiva e a parole. Di quelle per cui non serve né domanda di costruzione né perizia sull’amianto. Eppure fa rumore il giudizio espresso stamattina dall’archistar Mario Botta ospite di ReteUno. Tra i tanti temi toccati, uno è stato il Polo sportivo e degli eventi a Cornaredo, con il suo stadio di calcio, il palazzetto dello sport, gli spazi abitativi e le due torri. Progetto che non c’è ancora e che anzi per vedere la luce dovrà superare lo scoglio del referendum lanciato dall’Mps. Al microfono di "Millevoci", sollecitato dal conduttore, Botta ha dichiarato di conoscere bene il progetto. Di più: «C’è stato un concorso, io l’ho fatto e l’ho anche perso. Posso solo parlare bene del progetto che è stato scelto. Mi sembra un buon lavoro». Quindi la stoccata: «Ma trovo fondamentalmente sbagliato, nella realtà di oggi, portare il commercio e gli uffici nelle due torri. Perché stacca quel poco di attività che c’è nel centro storico».

Lo stadio, ha continuato Botta, «va benissimo lì, con il palazzetto e le attività collaterali. Mi sembra forzato portare a Cornaredo una serie di attività terziarie e di uffici. Il pericolo di Lugano è che la città storica è già stata trasformata, perché erano residenze e sono diventate uffici, con le banche. Ora si svuotano questi uffici per portarli a solo un chilometro di distanza, ma un chilometro in città è tantissimo. Da questo punto di vista io penso che sia meglio alimentare, anche con l’attività dei servizi e degli uffici, quello che resta del centro storico». 

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