Quanta ignoranza intorno al gioco d'azzardo. Per molti utenti a tombola e alla roulette si vince grazie all'abilità. L'allarme di Gruppo Azzardo Ticino: «Non abbassiamo la guardia»
LUGANO - Poker. Tombola. E bigliardo. Quale tra questi non è un gioco d’azzardo?. La risposta potrebbe sembrare semplice. E in effetti è semplice. La domanda era stata posta ai nostri lettori all’interno di un sondaggio pubblicato tempo fa proprio su Ticinonline/20minuti in collaborazione con Gruppo Azzardo Ticino Prevenzione. Ebbene il risultato che ne scaturì lasciò un po’ stupiti. Risposero 2.540 persone, ma solo poco più di 1736 risposero correttamente.
I dati mostrarono che molte persone considerano la tombola un gioco di abilità (15.4%), specialmente nelle fasce di età avanzate (29.2% nelle persone tra i 71 e gli 80 anni). Inoltre il 19.8% delle persone ritiene che nel gioco d’azzardo il risultato non dipenda dal caso ma dalle abilità e dalle strategie del giocatore o dal croupier. Questa percentuale risulta ben maggiore (45.8%) nella fascia di età tra 71 e 80 anni. «Questi dati - ha commentato Anna-Maria Sani, responsabile del Gruppo Azzardo Ticino – Prevenzione (GATP) - evidenziano che un terzo delle persone che hanno risposto non distinguono bene tra giochi di abilità e gioco d'azzardo perché manca una comprensione chiara dei meccanismi del caso».
Un’analisi che è emersa anche in occasione di un recente studio pubblicato sul giornale scientifico più prestigioso al mondo, il Journal of Gambling Studies. Uno studio, realizzato da Alexander Tomei, Anthony Bamert e Anna-Maria Sani, che ha preso spunto proprio dal nostro sondaggio. Questa volta sono stati presi in considerazione 1257 utenti residenti nella Svizzera romanda. Anche questa volta è emerso che una buona fetta di persone (il 19.5% per l’esattezza) percepisce la roulette come un gioco di abilità. Non solo. Ma che il 15,1% degli intervistati non crede all’indipendenza del principio degli eventi.
Anna-Maria Sani, che tipo di preoccupazioni sono emerse da questo nuovo studio?
«Alcune persone pensano di poter controllare il caso e quindi prevederne i suoi risultati. I giochi d’azzardo, basato sul caso, sono costruiti per accrescere la sensazione di controllo del giocatore. Certi giochi attirano più giocatori che non altri ed hanno maggiori possibilità di rendere dipendente un giocatore. Questi risultati ci permettono di impostare una strategia di prevenzione del gioco patologico che tenga conto anche delle illusioni di controllo sul gioco d'azzardo, illusione presente in una buona parte della popolazione».
Ritenete che gli utenti siano sufficientemente a conoscenza dei rischi della dipendenza dal gioco?
«C’è ancora molto da fare. Non dobbiamo abbassare la guardia, in un momento dove ovunque si propone giochi d’azzardo. Penso alla posta che propone gioco d’azzardo attivamente, penso ai ristoranti, ai chioschi, ai centri commerciali, alle pubblicità sparse ovunque sul nostro territorio che promettono vincite facili».
Dal vostro osservatorio potete notare se il fenomeno della dipendenza dal gioco d’azzardo sia aumentato negli ultimi anni?
«La presenza di questo disturbo è stabile da dieci anni a questa parte. Ma come detto, non bisogna abbassare la guardia».