La coppia era stata condannata in prima istanza per i severi castighi inflitti alle due figlie. Il padre ricevette nove anni di prigione per omicidio, la mamma 14 mesi per ripetute lesioni
ZURIGO - Processo d'appello davanti al Tribunale cantonale di Zurigo per una coppia condannata in prima istanza per i severi castighi inflitti alle due figlie. Nel febbraio 2013 la più piccola, che aveva 10 settimane, era morta soffocata sotto una montagna di coperte e cuscini.
L'udienza dovrebbe terminare oggi, ma ancora non si sa quando sarà resa nota la sentenza. A fare appello sono stati i genitori.
Il padre - oggi 40enne - era stato condannato nel settembre di un anno fa a nove anni di prigione per le accuse di omicidio con dolo eventuale, ripetute lesioni con dolo eventuale, vie di fatto e violazione dei doveri di assistenza.
Alla madre era stata inflitta una condanna a 14 mesi sospesi con la condizionale per violazione dei doveri di assistenza, ripetute lesioni con dolo eventuale e vie di fatto.
L'immagine uscita dal processo era quella di una coppia di "fanatici" religiosi - il padre si considera un "profeta" - che ha dato alle figlie nomi presi dal Vecchio Testamento e per la quale i castighi e i maltrattamenti erano all'ordine del giorno.
Come in quel giorno di febbraio del 2013: la piccola piangeva e l'uomo, per cercare di calmarla, le ha praticato una doccia fredda, l'ha scossa e l'ha schiacciata sotto i cuscini e le coperte.
Anche la sorella di un anno più grande ha dovuto subire gli stessi "metodi educativi" fatti di docce fredde e percosse con il mestolo da cucina o con il battipanni. La bimba vive ora presso una famiglia affidataria, come anche il terzogenito della coppia, nato quando il marito già si trovava in prigione.