Stare a casa limita i contagi, ma la tensione sale

Omar Wicht, consigliere Comunale Lugano
In questo periodo, l’unica arma che abbiamo a disposizione per combattere questo “nemico invisibile”, è quella di rimanere il più possibile a casa. Stare a casa è d’obbligo, ma alla lunga porterà inevitabilmente a situazioni surreali e delicate. Purtroppo, non abbiamo certezze su quanto durerà questa pandemia, chi ha ricevuto qualche aiuto economico statale, vive nell’incertezza se il mese prossimo lo potrà ancora ricevere, che poi comunque è un debito da restituire, quindi un palliativo.
Per non parlare delle persone indipendenti con un reddito basso, magari già indebitate, i quali con mille difficoltà vedono all’orizzonte il fallimento dell’attività. Per poter far fronte a questo momento d’emergenza, il mondo economico e la società in generale se non vorranno collassare, dovranno distribuire ai nuclei famigliari più deboli e alla popolazione, una cifra forfettaria “forte” come salvavita (da non restituire), se no tutto ricadrà sulle spalle dello Stato.
Ci vuole più decisione e un governo all’altezza di capire che, se non si aiutano le fasce più deboli, compreso il ceto medio, sarà la fine, la tensione salirà alle stelle e ne vedremo delle belle. Un grande economista e banchiere ticinese lo ha già capito, Sergio Ermotti, il quale ha devoluto 1 milione di franchi alle fasce più povere: l’unica soluzione che governo e gente benestante devono seguire. Si sa, l'ho sempre detto, il motore trainante dell’economia è il popolo, e se in questo motore nei momenti duri non si inserisce benzina inevitabilmente si fermerà. Ripartire poi, sarà un’utopia.




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