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PROVA SU STRADALa Golf GTI è tornata!

21.10.13 - 06:00
Veloce ed efficace, e a sorpresa pure divertente ed entusiasmante. Così le curve diventano un tale piacere che le si affronta anche su tre ruote. Provare per credere.
Davide Saporiti
La Golf GTI è tornata!
Veloce ed efficace, e a sorpresa pure divertente ed entusiasmante. Così le curve diventano un tale piacere che le si affronta anche su tre ruote. Provare per credere.

DINASTIE ED EREDITÀ - Sono arrabbiato, molto arrabbiato. Non quel tipo di arrabbiatura che si prova quando in coda alla cassa del supermercato ci si accorge di aver dimenticato il portamonete in ufficio, o nel momento in cui ci irritiamo perché qualcuno non mantiene la parola data. Quello che sto provando in questo momento è esattamente il contrario, perché il motivo per il quale sono arrabbiato è che questa Golf GTI va molto meglio di quanto avevo sperato. Questa tarda primavera i primi chilometri su strada e i primi giri in pista avevano lasciato un’impronta positiva, questo è fuori discussione, ma per un’automobile di nicchia nata quasi per scherzo – quest’estate vi abbiamo raccontato la sua nascita – e che nel frattempo si è venduta in due milioni di esemplari non possono esistere giudizi affrettati, sentenze superficiali. Senza troppe ipocrisie, perché mai le nostre aspettative nei confronti della Golf in abito sportivo dovrebbero essere basse? Basta guardare al passato: si è partiti con un’automobile che ha sostanzialmente inventato un tipologia di vetture insegnando a Guidare (la maiuscola non è un errore) a più generazioni senza mai smettere di emozionare, cadendo poi sempre più nell’oblio toccando il fondo con la quarta generazione – troppa massa e motori fiacchi. Poi con la quinta generazione si è ritornati a potenze minimamente tollerabili, ma a questo punto continuavano a mancare le emozioni alla guida; lacuna che si è protratta anche nella generazione successiva da poco uscita di scena. Veloce, efficace, ma noiosa – sia da guidare che da guardare, visto che in Svizzera si trovano ovunque come il prezzemolo. A questo punto la trama sembrava destinata a ripetersi anche per la settima generazione. E invece no, sorpresa! Perché qualcosa è cambiato.

UN FULMINE A CIEL SERENO - Me ne sono reso conto quando in terza ho affrontato brevissima volta a destra seguita da una curva più lunga a sinistra. Le mani stavano tenendo ben salde questo bel volante a tre razze, incoraggiante nell’impugnatura  e seducente nell’aspetto che ricorda il comando sportivo offerto in opzione sulle Porsche, quando un breve impulso a destra è stato istantaneamente concretizzato dall’avantreno indirizzatosi proprio dove volevo io. Neanche il tempo di rendersene conto che già avevo impostato la controcurva – e l’avantreno ha ripetuto nuovamente lo stesso copione, negli stessi tempi. “Che reattività! Che agilità!”, penso tra me e me. Certo, sarà anche dimagrita di 42 chili, ma da soli non riescono a fare miracoli, cosa che evidentemente riesce bene (ma che dico: benissimo) al nuovo pianale modulare siglato MQB, pianale modulare da cui è nata la Golf della settima generazione e da cui nasceranno mezzo miliardo di altre vetture del gruppo. Rafforzano questa convinzione alcune memorie recenti, in quanto “Che reattività! Che agilità!” era già passato dalla mia mente guidando l’attuale Golf “civile”, la nuova Audi A3 o le recenti SEAT Leon e Skoda Octavia, tutte guarda caso basate sull’MQB. Sostenere però che la Golf GTI sia migliorata non è corretto: sarebbe più idoneo dire che è stata affinata. Ecco perché.

QUALE SPIEGAZIONE? - Le sensazioni che ti accompagnano spremendola sono molteplici, scontate per chi si avvicina per la prima volta alla Golf GTI ma a lungo desiderate da chi era rimasto deluso dalle precedenti edizioni. Si tratta di sensazioni semplici  e meravigliosamente genuine quali la leggerezza, che riesci a percepire sia pennellando le curve più diverse che affrontando una staccata. Ti basta anche il classico giro di prova offerto dal concessionario per capirlo: la confidenza con la vettura è immediata poiché l’agilità nei cambi di direzione non è sottolineata da irrequietezza ma caratterizzata da una grande omogeneità. L’assetto adattivo regolato nell’impostazione più sportiva non è granitico come tanti altri sportivi o presunti tali, e questo dimostra la validità di un telaio che sarebbe in grado di sopportare – senza esagerazioni – anche il doppio dei suoi cavalli. Non saltella sulle buche e non diventa nervosa sulle strade ondulate. Quindi si tratta (ancora) di un’automobile composta, seria? Ni. Per tirare fuori il massimo fondamentalmente va sempre ancora prediletta una guida pulita, ma con una variante: indipendentemente da quanto sia il loro raggio, nelle curve più lunghe la massa si concentra nei pressi della ruota anteriore esterna saldamente aggrappata all’asfalto “scaricando” di conseguenza il posteriore che – udite udite – di tanto in tanto alza pure la ruota posteriore interna. Trovata quindi l’aderenza ci si può permettere qualche lieve “gioco” con il retrotreno collaborativo senza mai farsi male; giusto quel che serve per sentire la vettura muoversi con il proprio fondoschiena ed essere soddisfatti che, finalmente, qualche emozione inizia a trapelare.

QUELL’OPTIONAL OBBLIGATORIO - Così proprio quelle strade prive di rettilinei che ad oggi al volante di una GTI non hanno risvegliato la tua passione appaiono come qualcosa di nuovo, ancora tutto da esplorare. Anche nei percorsi con le curve più strette e ricchi di tornanti è rapida sia ad entrare che ad uscire delle volte, a maggior ragione se dotata del consigliatissimo (anzi, direi obbligatorio) pacchetto “Performance”. Oltre a dieci cavalli aggiuntivi (si arriva a quota 230) e un impianto frenante maggiorato, la ciliegina sulla torta è l’implementazione all’avantreno di un bel differenziale autobloccante a lamelle a gestione elettronica, il cui vantaggio consiste nel poter modulare la percentuale di bloccaggio in base alla reale necessità. Non ci si mette molto a capire che rispetto ai classici XDS cui siamo abituati questo è un differenziale “comme il faut”. Basta qualche curva stretta anche con l’acceleratore parzializzato e già lo senti lavorare tramite il volante, percependo se è il caso di “aprire” la traiettoria con lo sterzo o sollevare un poco il piede dall’acceleratore permettendo agli pneumatici da 225 di (ri)trovare il massimo del loro grip, che ben difficilmente si ritrova implicato in situazioni imbarazzanti. La potenza del 2 litri TSI è peraltro talmente ben distribuita a tutti i regimi che dosarne i 360 Newtonmetri di coppia diventa un gioco da ragazzi tramite una risposta dell’acceleratore (e quindi del propulsore) che non conosce i classici ritardi del turbo. Se poi vedrete una curva avvicinarsi più velocemente del previsto potete fare affidamento su un impianto frenante che non ricordo di aver mai visto su una media sportiva. La risposta è pronta, la decelerazione intensa, il pedale modulabile: proprio come lo desidereresti su una sportiva.

IL GIUDIZIO DEFINITIVO - La nuova Golf GTI è quindi mutata proprio nello stesso modo in cui è cambiato il tono di voce del propulsore, ora più profondo e coinvolgente. Permettetemi quindi di glissare spudoratamente tutta la retorica relativa al fatto che essendo una Golf si possono abbinare queste prestazioni alla praticità della vettura media preferita dagli europei che si distingue per materiali curatissimi fin nei dettagli e un consumo di benzina talmente basso far imbarazzare i Diesel, perché se questo non fosse più così allora la GTI potrebbe anche smettere di esistere. Quello che il mondo (o almeno i miei affezionati lettori) deve sapere è che per la prima volta al fianco degli aggettivi canonici quali “Veloce” ed “Efficace” nonché espressioni quali “Sicura nonostante l’elevate potenza”, ora possiamo accostare caratteristiche peculiari quali “Coinvolgente” e “Raffinata come una vera sportiva”. E, nota bene, questo giudizio resta tale anche se i controlli elettronici sono solo parzialmente disattivabili, perché questi non interferiscono più di tanto e se lo fanno il loro intervento è finalizzato alle prestazioni, oltre che quasi impercettibile. Resta solo un unico rammarico: quello di non averla potuta guidare con il cambio manuale. Il DSG, per quanto veloce e di ispirazione corsaiola, non appagherà mai tanto quanto tre pedali e una leva da manovrare con il braccio destro. Guidare, insomma. Quello che, dopo parecchi anni di attesa, è ancora possibile fare con una Golf GTI. Chapeau.

 

SCHEDA TECNICA

ModelloVolkswagen Golf
VersioneGTI "Performance"
Motore4 cilindri in linea, benzina, turbo
Cilindrata1'984 cc
Potenza230 cv @ 4'500 - 6'300 giri/min.
/Coppia350 Nm @ 3'500 - 4'400 giri/min.
TrasmissioneCambio doppia frizione a 6 rapporti, trazione anteriore, differenziale autobloccante
Massa a vuoto1'424 kg
Accelerazione 0-100 km/h6,4 secondi (dichiarato)
Veloicità massima248 km/h (dichiarato)
Consumo medio6,4 L/100 km (dichiarato)
Prezzo41'800 CHF
Prezzo esemplare provato54'690 CHF
  
Ci piaceFinalmente una GTI affilata
Non ci piacePeccato aver dovuto aspettare così tanto

 

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