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Svizzera e UE: siglato il nuovo Protocollo sullo scambio automatico di informazioni

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Svizzera e UE: siglato il nuovo Protocollo sullo scambio automatico di informazioni

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La Svizzera e l’Unione europea hanno firmato a Bruxelles il Protocollo di modifica dell’Accordo sullo scambio automatico di informazioni finanziarie (SAI CH-UE), in vigore dal 2017. L’intesa allinea il testo allo standard OCSE aggiornato e rafforza la cooperazione amministrativa in materia fiscale, con un nuovo capitolo dedicato al recupero dei crediti IVA. (Finanze EFD)

Un aggiornamento tecnico ma strategico

Il Protocollo recepisce l’evoluzione del Common Reporting Standard (CRS) e l’integrazione del quadro OCSE per gli asset digitali (CARF), alla luce della crescente diffusione di cripto-attività, e-money e valute digitali delle banche centrali. La Svizzera applicherà lo standard aggiornato dal 2026, in coerenza con l’UE. (Taxation and Customs Union)

Più trasparenza e nuove esenzioni

Il testo introduce obblighi di due diligence e reporting più dettagliati e prevede una categoria di Entità Qualificate senza scopo di lucro (QNPE) che, se riconosciute come organizzazioni di pubblica utilità dalle autorità svizzere, potranno beneficiare di esenzioni mirate dagli obblighi di comunicazione. (Eda)

Assistenza reciproca nel recupero dei crediti IVA

Novità di rilievo è l’istituzione di un quadro di cooperazione per il recupero dei crediti IVA tra le amministrazioni fiscali. I comunicati ufficiali confermano limiti quantitativi per contenere l’onere amministrativo e la possibilità per lo Stato richiesto di trattenere una somma forfettaria a copertura delle spese. Analisi di settore riportano, a titolo indicativo, soglia minima pari a 10’000 € (riducibile a 5’000 € in presenza di bassi volumi di richieste) e rimborso spese del 5% dell’importo recuperato (min 500 € – max 5’000 €). (Eda)

Entro quattro anni, le parti valuteranno un’eventuale estensione della cooperazione anche ad altri crediti fiscali. (Eda)

Nessun legame con il pacchetto bilaterale

Le autorità federali precisano che l’aggiornamento non rientra nel “pacchetto Svizzera-UE” per rilanciare la via bilaterale: si tratta di un adeguamento tecnico agli standard internazionali OCSE, con consultazione pubblica avviata il 22 ottobre 2025 prima dell’esame parlamentare. (Finanze EFD)

Possibili effetti per i lavoratori frontalieri

Il Protocollo non modifica direttamente le regole fiscali sui redditi dei frontalieri né le convenzioni sulla doppia imposizione. Tuttavia, il perimetro informativo più ampio (nuove categorie di conti e strumenti digitali) riduce gli spazi di opacità e può tradursi in controlli più puntuali per chi detiene conti o investimenti transfrontalieri non correttamente dichiarati. Resta immutato il quadro degli adempimenti ordinari e del prelievo alla fonte per i lavoratori transfrontalieri.

Conclusione

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Fonti ufficiali e di riferimento

    • Dipartimento federale delle finanze (DFF) – Comunicato del 20.10.2025 sulla firma del Protocollo. (Finanze EFD)
    • Commissione europea (DG TAXUD) – News del 20.10.2025 con dettagli su e-money e CBDC e tempistiche di applicazione. (Taxation and Customs Union)
    • DFF – Avvio consultazione (22.10.2025): adeguamento allo standard OCSE, nuove disposizioni su recupero crediti IVA (applicazione dal 2026). (Finanze EFD)
    • Rete estera DFAE/EDA – Nota di sintesi con QNPE, limiti alle richieste e trattenuta forfettaria spese. (Eda)
    • OCSE – Guida CARF/CRS (adozione 2024; implementazione dal 2026 nei paesi aderenti). (OECD)


Questo articolo è stato realizzato da CambiaValute.ch, non fa parte del contenuto redazionale.
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