BNS: a dicembre probabile pausa sui tassi, ma il Franco resta forte

Con il prossimo appuntamento della Banca Nazionale Svizzera (BNS) fissato per l’11 dicembre, sono in molti a guardare con attenzione alle mosse della banca centrale: la decisione sui tassi di interesse influenzerà l'andamento del Franco svizzero. Con conseguenze, tra l'altro, sul potere d’acquisto di centinaia di migliaia di frontalieri che ogni giorno varcano il confine per lavorare in Svizzera.
I tassi
Dopo una serie di aggiustamenti iniziati nel 2024 e culminati con una politica dei tassi decisamente accomodante, la BNS ha lasciato il tasso di riferimento allo zero per cento nelle ultime riunioni e ha più volte dichiarato che preferirebbe evitare il ritorno a tassi negativi, ricorrendo alla gestione della liquidità o alle interventi sul mercato dei cambi se necessario. Un'impostazione riflessa nei sondaggi tra gli economisti, la cui maggioranza si aspetta che i tassi rimangano sostanzialmente invariati fino a fine anno.
Cosa dicono gli analisti
Il consensus tra gli strategist è prudente: la maggior parte degli osservatori esclude tagli aggressivi o l'introduzione di tassi negativi nella prossima riunione di dicembre. Sondaggi recenti e commenti di mercato segnalano che solo poche istituzioni (tra cui Barclays e Bloomberg Economics in alcune stime) mantengono l'ipotesi di una riduzione verso terreni negativi come scenario possibile, sebbene sempre considerato di bassa probabilità. Per la maggioranza degli analisti, la BNS sceglierà la strada della "attesa" o, al massimo, un piccolo aggiustamento tecnico, privilegiando la stabilità valutaria e il controllo dell'inflazione.
Fattori che peseranno sulla decisione
Tre elementi influenzeranno la scelta della BNS l’11 dicembre: l’evoluzione dell’inflazione interna, il differenziale di tasso con l’Eurozona e la dinamica del Franco come valuta rifugio. Negli ultimi giorni i vertici della BNS hanno segnalato la possibilità di un lieve aumento dell’inflazione nei prossimi trimestri, elemento che rende meno urgente un allentamento aggressivo. Allo stesso tempo, la BNS resta comunque sensibile alla forza della divisa nazionale: se il Franco si apprezza troppo potrebbe infatti danneggiare l’export e la domanda interna, spingendo la banca a misure non convenzionali o a mettere in chiaro il ricorso a interventi sul mercato valutario.
I possibili impatti sul cambio EUR/CHF
Da inizio ottobre il cross Euro/Franco svizzero (EUR/CHF) ha registrato una correzione che ha riportato corsi al test del supporto tecnico posto a quota 0,92, minimo toccato l'ultima volta ad aprile di quest'anno. Se la BNS dovesse mantenere invariati i tassi rispetto al livello attuale, il principale driver del cambio resterà il differenziale con la BCE: un’accelerazione verso tagli dell’Eurozona potrebbe indebolire l’Euro e rafforzare il Franco; viceversa, segnali di politiche meno accomodanti (poco probabili) nell’Eurozona sosterranno l’Euro nel cambio contro Franco.
Cosa significa per i frontalieri
I lavoratori frontalieri, e in particolare quelli che lavorano nei Cantoni di confine come il Ticino, sono esposti a due effetti principali: il salario percepito in Franchi svizzeri e il potere d’acquisto in euro. Un Franco più forte rispetto all’Euro aumenta il valore in Euro dei salari, migliorando teoricamente il reddito disponibile per i frontalieri che rientrano o spendono in Euro; al contrario, un Franco più debole erode quel vantaggio. Negli ultimi mesi i flussi dei frontalieri hanno mostrato segni di lieve ripresa dopo flessioni iniziali nel 2025, ma il "real-wage effect" legato alle oscillazioni del cambio rimane significativo per molte famiglie transfrontaliere dato che per le decisioni quotidiane (mutui, affitti, spesa) anche piccoli movimenti del cambio hanno impatti concreti.
Rischi e possibili misure di salvaguardia
Se la BNS dovesse trovarsi a fronteggiare un forte apprezzamento del franco, gli strumenti sul tavolo vanno dalle comunicazioni mirate (forward guidance) agli interventi diretti sul mercato dei cambi, fino a misure non convenzionali di politica monetaria. Gli analisti ricordano però che la BNS tiene in grande considerazione i costi sociali e politici di tassi fortemente negativi, e che la preferenza attuale è per misure meno invasive.
Cosa aspettarsi l'11 dicembre
Alla luce dei dati e dei sondaggi disponibili oggi, l’esito più probabile del meeting dell’11 dicembre è una conferma dello status quo o, al massimo, un aggiustamento minimo accompagnato da un forte messaggio di prudenza. Solo shock inattesi su inflazione o cambio potrebbero spingere la BNS verso scelte più nette. Per i frontalieri, l’attenzione nei prossimi mesi dovrà rimanere alta: anche movimenti moderati dell'EUR/CHF possono tradursi in differenze apprezzabili di reddito netto in Euro.
Conclusione
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Fonti:
- Calendario ed eventi ufficiali BNS – “Monetary policy assessment (11.12.2025)”. (snb.ch)
- Tassi correnti SNB – “SNB policy rate 0.00% (dal 20.06.2025)”. (snb.ch)
- Comunicato BNS 25.09.2025 – “SNB leaves policy rate unchanged at 0%; pronta a intervenire sul FX”. (snb.ch)
- Verbali/riassunto discussione (23.10.2025) – “Inflazione nel range 0–2%, tasso invariato”. (snb.ch)
- Consensus economisti – Reuters poll su tassi a 0% fino al 2026; Bloomberg su ipotesi residuale di tassi negativi. (Reuters)
- FX & policy – Nota congiunta CH-USA (29.09.2025) e pagina SNB su interventi sul mercato dei cambi. (snb.ch)






