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ICT ATED TICINO#Coronavirus: terreno fertile per le mail di phishing

18.05.20 - 09:22
Quali sono gli attacchi più diffusi, come riconoscerli e arginarli?
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#Coronavirus: terreno fertile per le mail di phishing

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Quali sono gli attacchi più diffusi, come riconoscerli e arginarli?

L'emergenza dettata da COVID-19 ha creato una condizione di difficoltà per privati e imprese, che l’industria del Cybercrime sta cercando di sfruttare attraverso un incremento delle azioni di phishing. In particolare, gli attacchi informatici tramite mail di phishing hanno avuto inizio dai primi giorni di Marzo e si sono protratti per i successivi due mesi, con un picco di infezioni in queste ultime settimane. E una realtà italiana che si chiama CybergON, business unit di Elmec Informatica dedicata alla cybersecurity, ha realizzato molto approfondita delle mail di phishing più diffuse in questo periodo che veicolano soprattutto tre malware: Trickbot, Ursnif ed Emotet.

Si tratta principalmente di malware in circolazione ormai da anni e che ciclicamente sono aggiornati e ritoccati per provare a renderli non rintracciabili da soluzioni anti-malware. Osserviamo anche che gli oggetti delle mail in questione non sono particolarmente originali, ma sono ancor più pericolosi perché fanno leva sulla paura e sulle preoccupazioni più diffuse in questo momento. Questi sono alcuni esempi di oggetto: “Corona virus cure for china, italy” “Cancel shipment due to corona virus – new shipping details” “New COVID-19 prevention and treatment information.

Di seguito, alcuni esempi di mail malevole analizzati nel report di CybergON che trascinano con sé allegati in grado di infettare il dispositivo con uno dei malware sopra citati:

Esempio n°1: Trickbot
Si tratta di un malware progettato per rubare i dati privati degli utenti, dirottando i browser web.

In genere presenta un oggetto di questo tipo: “Coronavirus: informazioni importanti su precauzioni” e include come allegato un documento word comunemente nominato “f21368535400.doc”, “Covid_19_test_form.doc”, “guida_coronavirus.doc”, ecc. che, una volta aperto, si presenta in questa maniera (vedi foto allegata n.1).

L’utente viene così ingannato e spinto ad effettuare un download, che una volta partito infetta il dispositivo.

Esempio n°2: Emotet
Emotet è un pericoloso malware il cui obiettivo è infiltrarsi nell’account bancario dell’utente e appropriarsi dei suoi soldi. Un oggetto tipico di una mail contenente questo tipo di attacco è “Coronavirus countermeasures”.
Il documento allegato è sempre un word e mostra un messaggio che tende ad ingannare l’utente con l’accettazione di un license agreement. Anche in questo caso, lo scopo è far partire un download necessario all’infezione della macchina vittima (vedi foto allegata n.2).

Esempio n°3: Ursnif
Ursnif è un virus che mira a registrare informazioni sensibili dell'utente, come sequenze di tasti, accessi / password salvati, attività di navigazione sul web, informazioni di sistema e così via.
Una tipica mail di phishing contenente un attacco di questo tipo prevede un oggetto di questo tipo: “Invio COPIA Ordine/Fattura: Procedure x Coronavirus”.
L’allegato è questa volta un file Excel che, come gli altri, contiene una macro VBA, cioè una parte di codice necessario ad automatizzare azioni molto ripetitive e che ha l'obiettivo ultimo di infettare e diffondere il malware (vedi foto allegata n.3).

Per non rischiare di compromettere i nostri computer quando arrivano i messaggi che abbiamo segnalato, le precauzioni in qualità di utente che consigliamo di adottare sono quelle più semplici ma non per questo banali:

    1. controllare l’indirizzo del mittente per rendersi conto se sia o meno plausibile sfruttare tool online per verificarne la reputazione nel caso in cui non lo si conosca, ad esempio: ; Senderscore; MxToolbox;
    2. non scaricare file in allegato o file a cui si viene condotti tramite link, se proprio necessario sfruttare piattaforme che effettuano gratuitamente l’analisi di file, come Virustotal;
    3. non cliccare link senza essersi prima accertati della bontà dell’e-mail;
    4. chiedere a qualche collega se ha già ricevuto una mail dello stesso tipo o informarsi su Internet circa campagna caratterizzate dallo stesso oggetto dell’e-mail ricevuta.

L’analisi tecnica completa di CybergON è consultabile a questo link.

 

CHI È ated – ICT Ticino

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Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
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