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BERNAScende la disoccupazione in Svizzera, ma non a causa della congiuntura economica

07.05.14 - 08:04
Il tasso cala dal 3,3 al 3,2% nel mese di aprile. In Ticino la percentuale passa dal 4,5 al 4,1%
Foto d'archivio (Keystone)
Scende la disoccupazione in Svizzera, ma non a causa della congiuntura economica
Il tasso cala dal 3,3 al 3,2% nel mese di aprile. In Ticino la percentuale passa dal 4,5 al 4,1%

BERNA - Ad aprile il tasso disoccupazione in Svizzera è leggermente diminuito, per il terzo mese consecutivo, attestandosi al 3,2%, contro il 3,3% di marzo. Presso gli Uffici regionali di collocamento (URC) erano iscritte 137’087 persone, ossia 5'759 in meno rispetto al mese precedente. Rispetto allo stesso mese del 2013 il numero di disoccupati è invece aumentato di 1'236 unità (+0,9%), fa sapere oggi la Segreteria di Stato dell’economia (SECO).

Il tasso di disoccupazione risulta in calo anche in Ticino, dov'è passato dal 4,5% di marzo al 4,1%, con 6'655 senza lavoro registrati, mentre nei Grigioni esso è salito dall'1,6 al 2,1%, pari a 2'311 persone iscritte in un URC.

La flessione è dovuta per il 90% circa a effetti stagionali: "l'influsso congiunturale è minimo", ha spiegato all'ats Boris Zürcher, capo della Direzione del lavoro presso la SECO.

Secondo quest'ultimo la disoccupazione diminuirà ulteriormente nei prossimi mesi. "Per l'intero anno siamo nei piani", ha aggiunto. La SECO prevede un tasso medio del 3,1% nel 2014. "Questo valore dovrebbe essere raggiunto".

Il mese scorso è diminuito - del 6,3% o 1'132 unità - anche il numero di giovani disoccupati (15-24 anni), portandosi 16'722. Rispetto all'aprile del 2013 la flessione è del 6,1% o 1'090 persone in meno. Il relativo tasso è sceso dal 3,2 al 3%.

Stando Zürcher la situazione potrebbe però cambiare se venisse introdotto il salario minimo. I giovani lavoratori sarebbero particolarmente toccati se l'iniziativa sarà approvata alle urne il 18 maggio.

"Le difficoltà per entrare nel mercato del lavoro aumenterebbero, perché la produttività dovrebbe essere molto alta fin dall'inizio", ha spiegato. "Chi non raggiunge tale livello di produttività resta escluso". Le conseguenze si vedono all'estero: "i paesi che hanno un salario minimo elevato solitamente sono confrontati a un forte tasso di disoccupazione giovanile".

In generale l'introduzione del salario minimo condurrebbe a uno spostamento strutturale ai livelli più bassi della scala remunerativa, rileva Zürcher. "Gli stipendi delle persone che guadagnano poco salirebbero". Ma perché queste persone possano rimanere nel mercato del lavoro deve crescere anche la produttività. "Il modo più facile per raggiungere questo obiettivo - se non si può delocalizzare all'estero - è assumere meno dipendenti", ha ammonito il responsabile della Direzione del lavoro.

Complessivamente le persone in cerca d'impiego registrate erano 192'829, 7'082 (-3,5%) in meno nel confronto con il mese precedente e 2'462 (+1,3%) in più rispetto al corrispondente periodo dell'anno scorso, mentre il numero dei posti vacanti annunciati presso gli URC è diminuito di 653 unità o il 4,4%, raggiungendo quota 14'088.

Quanto al lavoro ridotto, nel mese di febbraio le persone interessate erano 2'224, ovvero 272 in più (+13,9%) rispetto a gennaio. Il numero delle aziende colpite è salito di 63 unità (+29,4%) a 277. Il numero delle ore di lavoro perse è aumentato di 20'222 unità (+17,4%) a 136'571 ore. Nel febbraio dell'anno scorso erano state registrate 393'566 ore perse ripartite su 7'572 persone in 674 aziende.

Infine, secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, le persone che hanno esaurito il loro diritto all'indennità nel mese di febbraio sono state 2'822.

ats

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