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SVIZZERAUBS, Ermotti: «Tagliare impieghi non è facile, ma necessario»

23.05.24 - 16:16
Le dimensioni dell'istituto «richiedono una regolamentazione speciale», dato che oggi è davvero "too big to fail"
keystone-sda.ch (URS FLUEELER)
Fonte Ats
UBS, Ermotti: «Tagliare impieghi non è facile, ma necessario»
Le dimensioni dell'istituto «richiedono una regolamentazione speciale», dato che oggi è davvero "too big to fail"

LUCERNA - I tagli di posti di lavoro non sono facili, ma sono necessari per garantire un futuro positivo a UBS: lo ha detto il Ceo Sergio Ermotti in un intervento al Swiss Media Forum in corso a Lucerna.

Per raggiungere l'obiettivo di riduzione dei costi «dobbiamo cancellare impieghi, non c'è altro modo», ha sostenuto il 64enne. Una volta che Credit Suisse sarà completamente integrata dovranno essere soppressi, entro il 2026, circa 3000 posti. Le decisioni saranno prese tenendo conto di criteri meritocratici e non in base alla banca di provenienza, ha assicurato.

Rispondendo a una domanda riguardo alle contestazioni relative ai super-compensi dei dirigenti bancari, compreso il suo (nel 2023 ha incassato 14,4 milioni di franchi per un mandato di nove mesi), Ermotti ha detto di avere comprensione: anche le critiche dei politici fanno parte dello show, ha osservato.

Davvero troppo grande per fallire - Nella sua forma attuale UBS è "too big to fail", troppo grande per fallire: a causa delle sue dimensioni e delle interconnessioni con il sistema finanziario e l'economia la banca non può essere lasciata cadere, ha riconosciuto il Ceo Sergio Ermotti.

«Siamo consapevoli della nostra responsabilità», ha detto il dirigente 64enne in un intervento al Swiss Media Forum in corso a Lucerna, una riunione annuale a cavallo fra economia, politica e giornalismo organizzata da quattro grandi case editoriali elvetiche (CH Media, NZZ, Ringier e TX Group), dall'ente radiotelevisivo SRG SSR e dall'associazione degli editori svizzeri, a cui fanno capo anche operatori più piccoli del ramo.

Il manager ticinese ha concordato anche sulla necessità di apportare alcune modifiche al quadro normativo. «Le regole devono essere concepite in modo tale che nessuno stato o contribuente debba salvarci, se il peggio dovesse accadere», ha sottolineato. «Le dimensioni di UBS richiedono una regolamentazione speciale», ha continuato il numero uno dell'istituto. Un eventuale fallimento non deve avere conseguenze per l'economia elvetica.

Di recente i media hanno parlato di un braccio di ferro fra Ermotti e la consigliera federale Karin Keller-Sutter. Stando alla responsabile del Dipartimento federale delle finanze (DFF) UBS potrebbe aver bisogno di ulteriori 15-25 miliardi di franchi di capitale se i requisiti patrimoniali dovessero essere aumentati.

Ermotti non ha affrontato la questione del capitale azionario, ma ha cercato di smorzare un po' i toni. «Siamo d'accordo con l'80-90% delle 22 misure proposte dal Consiglio federale nel suo rapporto sulla stabilità delle banche», ha dichiarato. Il presidente della direzione di UBS si è detto favorevole a una regolamentazione «forte e credibile». «Ma questo non significa che siano automaticamente necessarie maggiori normative», ha chiosato.

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